L'INDUSTRIA DELL'ASSET MANAGEMENT DEVE INNOVARSI PER SOPRAVVIVERE Peetz, Presidente di BNY Mellon, sottolinea l'importanza delle strategie alternative
30/06/2014 L'Esperto dice...

L'industria dell’asset management per sopravvivere avrà bisogno di innovare, puntando anche a strategie alternative: ma la paura e l’avversione al rischio frenano questo processo. Karen Peetz (nella foto, ndr), Presidente di BNY Mellon, è convinta che l’innovazione sia fondamentale per la sopravvivenza delle società di servizi finanziari in tutto il mondo. Peetz, che ha aperto i lavori della recente Global Funds Conference organizzata dalla Irish Funds Industry Association (IFIA) a Dublino, ha descritto il periodo corrente come un’epoca di “Global Reset”, o “riavvio globale”.

“Il mondo non è più quello che era prima della crisi finanziaria”, ha dichiarato Peetz. “Qualcosa di fondamentale è cambiato. In BNY Mellon, definiamo questo periodo come l’era del Global Reset. Una parte dei cambiamenti derivano dalle conseguenze della crisi finanziaria, ma ci sono forze ancora più importanti al lavoro per rimodellare i mercati: mi riferisco all’eccesso di debito negli Stati Uniti e in Europa, all’ascesa della classe media di consumatori in Cina e in altre economie emergenti, alla crescita dei nuovi mercati, ai cambiamenti nelle convenzioni commerciali, all’invecchiamento della popolazione e alle nuove tecnologie che trasformano la velocità e la trasparenza dei dati finanziari”. Secondo Peetz, “le nuove normative che sono state introdotte in tutto il mondo sono utili e possono portare a una maggiore trasparenza, ma al tempo stesso incrementano i tempi e i costi cui è sottoposta l’industria finanziaria e in alcuni casi rallentano la crescita dei mercati, costringendo tutti noi a trovare nuove strade per sviluppare il business. Dopo la crisi i cambiamenti nei comportamenti dei clienti, nelle politiche monetarie e in altri fattori ancora possono inibire la crescita organica del settore. Le organizzazioni finanziarie devono cambiare. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha definito questa sfida come innova o muori. Eviterei di porre la questione in termini così netti, ma quel che è certo è che l’innovazione è sempre più importante per definire quali società abbiano successo e creino nuovi posti di lavoro e opportunità, e quali invece non ci riescano”, ha continuato ancora il presidente di BNY Mellon sottolineando come le ragioni a sostegno di un’esigenza di cambiamento per l’industria del risparmio gestito sembrano incontrovertibili. “Le strategie tradizionali a gestione attiva continuano a perdere terreno, mentre gli approcci alternativi, passivi, specializzati e di investimenti liability driven continuano a crescere. Ciò detto, nonostante il calo di quote di mercato dall’inizio della crisi, gli Aum delle principali strategie attive stanno in realtà crescendo in termini assoluti. Inoltre, proprio questi asset centrali rappresentano ancora il grosso degli utili, il che riduce l’urgenza per le società finanziarie di introdurre cambiamenti”, ha precisato Peetz.

C’è quindi ancora una certa resistenza all’innovazione. “I gestori tradizionali si stanno anche ponendo queste domande: siamo in grado di sviluppare nuove offerte? E anche se ci riuscissimo, avremmo la credibilità richiesta sul mercato per attrarre gli investitori? Un’altra preoccupazione riguarda gli investimenti stessi. Dinanzi all’aumento dei prezzi, i fornitori si trovano ad affrontare scelte difficili. Qualcuno ritiene che spostare i riflettori dall’offerta tradizionale ai nuovi prodotti non farà altro che accelerare la fuga degli investitori verso altre categorie di strumenti, forse meno proficue”, ha puntualizzato Peetz. “Sospetto che i gestori tradizionali siano in realtà trattenuti da un’emozione più primordiale: la paura. La paura dell’ignoto. La paura del cambiamento, sia da parte delle organizzazioni, che temono di non avere gli strumenti per adattarsi, sia da parte dei singoli professionisti, che si chiedono quale sarà il loro ruolo nel nuovo ordine globale, se mai ne avranno uno. E forse c’è anche una paura più grande, la paura del fallimento. Questo è il vero ostacolo per l’industria dei servizi di gestione e finanziari, al cui interno vi è una vera e propria avversione istituzionale al fallimento. Sia che siamo gestori di fondi o fornitori di servizi, tutti noi nel business facciamo sempre tutto il possibile per prevenire e minimizzare i rischi, grandi e piccoli, dato il loro costo finanziario”, ha prosegueguito Peetz. “Ma se si elimina la paura dall’equazione, le società riescono a vedere gli errori di giudizio in maniera molto più analitica. E chi riesce a essere oggettivo e a considerare il potenziale di successo, e non solo il rischio di fallimento, può allora imparare dagli errori per usarli come trampolino di lancio verso l’innovazione. Questo sembra un atteggiamento incredibilmente positivo, che può portare a una cultura in cui le persone saranno sempre più disposte a proporre e sperimentare nuove idee. Per avere successo nel decennio a venire, credo che la nostra industria debba seguire la stessa strada già battuta da alcune delle società più innovative e agili in tutto il mondo", ha evidenziato infine Peetz. "Dobbiamo compiere passi più coraggiosi per sembrare, agire e pensare in maniera sempre più simile a queste società all’avanguardia. Dobbiamo dare ai singoli individui la possibilità di giocare un ruolo più attivo nell’innovazione, e ricompensarli adeguatamente. Dobbiamo applicare le nostre competenze per cogliere le opportunità dai mercati emergenti. E dobbiamo guardare avanti per capire da dove giungerà la prossima sfida, perchè potrebbe non arrivare da dove ce la aspettiamo. La vera domanda è: cosa stiamo aspettando?”.


Società di gestione citate:
BNY Mellon Investment Management
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