La svizzera Mirabaud Asset Management entra nel mercato italiano con un approccio selettivo e un'offerta di nove fondi Ucits long only a gestione attiva. “L’Italia è un Paese imprescindibile per un asset manager con piani di sviluppo a livello europeo come Mirabaud”, ha detto Lionel Aeschlimann, Ceo di Mirabaud Asset Management, ad un incontro di presentazione con la stampa italiana. ”Siamo altresì fortemente convinti che, pur in un contesto maturo e competitivo come quello italiano, la lunga tradizione e indipendenza del Gruppo Mirabaud, le solide competenze dei nostri gestori e il profilo delle nostre soluzioni d'investimento sapranno conquistare l’apprezzamento del target evoluto a cui ci rivolgiamo”.
Mirabaud Asset Management si rivolge infatti a una clientela wholesale e istituzionale con un ottica di medio/lungo periodo. “Dopo soli tre mesi dall’avvio della nostra attività sul mercato italiano, sono in fase avanzata collaborazioni e opportunità con operatori primari, sia nell’ambito del wealth management che nel segmento degli investitori istituzionali in senso stretto”, ha commentato David Basola, responsabile per l’Italia di Mirabaud Am dallo scorso giugno. Attualmente, Mirabaud Am amministra 8 miliardi di franchi svizzeri (di cui 5 miliardi di franchi svizzeri in fondi long only e 3 miliardi di franchi svizzeri in prodotti alternativi).
I nove fondi autorizzati a oggi al collocamento in Italia, in formato Ucits IV, fanno tutti parte della Sicav Mirabaud Asset Managment e sono: Equities Asia Ex Japan, Equities Global, Equities Global Emerging Markets, Equities Swiss Small and Mid cap, Global Equity High Income, Convertible Bonds Europe, Convertible Bonds Global, Global High Yield Bonds e Global Strategic Bond Fund. Tutti i prodotti contano su una gestione attiva dei portafogli, mentre è allo studio, per il mercato italiano, anche un fondo di fondi Ucits alternativo.
“Crediamo fermamente nella gestione attiva e la implementiamo senza farci condizionare dal sentiment del mercato”, ha sottolineato Umberto Boccato, Cio Alternative Investments e Absolute Return Strategies di Mirabaud Am. “Tanto più nell’attuale contesto dei mercati finanziari dove, a fronte di una presunta efficienza, si creano molto spesso dispersioni e anomalie che la gestione attiva, quando attenta e disciplinata, può sfruttare al meglio.”
Boccato ha poi illustrato la visione macro economica di oggi della società, basata su tre view che la distinguono rispetto al più ampio consensus generale presente sui mercati. "In primo luogo, siamo oggi più ottimisti degli altri per quanto riguarda la crescita degli Usa, per quattro elementi: la ripresa immobiliare (evidenziata dall'ormai costante aumento dei prezzi e dal calo dei pignoramenti per insolvenza), il calo della pressione fiscale (avvenuto negli ultimi anni e in particolare nel 2014), le capacità d'investimento delle aziende statunitensi (in progressivo aumento da 2/3 anni) e l'incremento registrato dalle esportazioni", ha sottolineato Boccato, spiegando come Mirabaud Am si distingue anche per le previsioni sull'andamento dell'economia cinese: "Escludiamo che ci sia una recessione alle porte della Cina, ma abbiamo invece una visione positiva perché il Paese gode di livelli di credito privato molto bassi e i fondamentali indicano inoltre un aumento delle attività e di certi consumi". Infine, la questione dell'inflazione. "I livelli dei prezzi resteranno ancora deboli, anche se l'inflazione aumenterà lievemente. La stretta politica monetaria della Federal Reserve Usa sarà probabilmente meno veloce delle attese. Ci aspettiamo un aumento dei tassi Usa a partire dall'estate del 2015 e, di conseguenza, siamo negativi sull'obbligazionario americano", ha affermato Boccato.
A livello di asset allocation, la società nata in Svizzera è dunque positiva per l'azionario a livello globale, mentre è molto più cauta sul fronte dell'obbligazionario. "Anche se crediamo ci siano opportunità nel segmento high yield e per chi adotta un approccio di gestione strategico dinamico che consente di bilanciare le duration e ridurre il rischio credito", ha precisato Boccato.