Nel 2014 la crescita mondiale dovrebbe attestarsi poco sopra al livello storico, il 3,6%, soprattutto grazie alle economie sviluppate, anche se non mancherà il supporto dei Paesi emergenti. Le opportunità migliori, poi, saranno da ricercare più nell’equity che non nel reddito fisso, senza dimenticare che un euro più debole rispetto ad altre valute e il prezzo del petrolio in discesa supporteranno in particolare l’Europa. E’ quanto emerso dal Global market outlook 2015 di State Street Global Advisors, presentato a Milano da Niall O’Leary, head of Emea Portfolio Strategy, secondo il quale, guardando ai mercati azionari, da un punto di vista fondamentale dei singoli titoli, ci sono più opportunità in Europa che non negli Stati Uniti, anche se questo non significa che il mercato statunitense non sia comunque interessante. L’economia Usa, infatti, è particolarmente forte e la crescita del prodotto interno lordo nel 2015 dovrebbe risultare intorno al 3%. Non ci sono, al momento, segni di inflazione in rialzo, e per questo motivo la società americana si attende che la Fed si muoverà con molta cautela per quanto riguarda il rialzo dei tassi di interesse, guardando più alla crescita. Questo porterà a un dollaro più forte, ad esempio rispetto all’euro, pertanto, secondo O’Leary, potrebbe essere interessante investire sull’azionario americano senza coprirsi dal tasso di cambio.
Il 2015 sarà anche l’anno della divergenza delle politiche monetarie messe in campo dalle Banche Centrali: su un fronte ci sarà la Federal Reserve e il probabile inizio di una politica più restrittiva, dall’altro fronte la Bce e la Boj, che proseguiranno o inizieranno i loro quantitative easing. Il risultato di tutto questo, anche se potrebbe non sembrare scontato, secondo O’Leary sarà comunque una maggiore domanda di Treasury americani, tale per cui il titolo decennale non dovrebbe attestarsi oltre il 3% a fine anno. La ricerca di rendimento da parte degli investitori, favorita dalle politiche delle Banche Centrali in Europa e Giappone, bilancerà il rialzo dei tassi da parte della Fed, e continuerà inoltre a favorire l’investimento in titoli high yield e investment grade nel settore corporate.
Per quanto riguarda i Paesi emergenti, invece, occorrerà essere molto selettivi, perché non tutte le nazioni sono uguali e, anzi, si stanno creando delle differenze notevoli. Nell’ultimo anno, ha osservato O’Leary, si è puntato molto sui Paesi che hanno mostrato dei piani di riforme più credibili e significativi, come India e Indonesia, e lo stesso accadrà l’anno prossimo. Tra i candidati, in particolare, si possono trovare Cina, India e Messico, e si potrà puntare soprattutto sulle società a piccola o media capitalizzazione, con focus domestico e che beneficeranno maggiormente dalle riforme in atto. Per quanto riguarda la Cina, in particolare, O’Leary ha affermato che la presunta bolla del mercato immobiliare, ormai formata e innegabile, non è preoccupante nel breve termine, perché potrebbe non sgonfiarsi presto. La crescita, invece, che nel 2015 dovrebbe attestarsi al 7%, dovrebbe proseguire nella sua parabola discendente anche negli anni a venire.