L’outlook per il contesto economico mondiale è positivo per il 2015 e, in particolare in Europa, si può continuare a puntare sugli asset rischiosi, sia core che periferici, dove buone opportunità vi sono, ad esempio, sul trentennale italiano e sui titoli corporate sia investment grade che high yield. I rendimenti, infatti, continueranno a calare per tutto il 2015, grazie anche all’azione della Bce, come ha spiegato Andrew Belshaw, head of investments di Western Asset, società del Gruppo Legg Mason, intervenuto a Milano per presentare la visione della casa specializzata sugli investimenti in fixed income.
Belshaw ha evidenziato come la crescita economica europea sia tuttora piuttosto debole, e che il prezzo del petrolio sta provocando uno shock deflazionistico, seppur di breve periodo, che probabilmente indurrà la Banca Centrale Europea ad allentare ulteriormente la propria politica monetaria. Nonostante, secondo Belshaw, la Bce abbia aspettato troppo tempo ad abbassare il tasso sui depositi, la direzione è ora quella giusta e ci sono tutte le condizioni perché la crescita nominale possa migliorare. L’aspettativa, per il momento, rimane però di un incremento del Pil dell’eurozona a quota 0,8% secondo Belshaw, cifra inferiore alle stime ufficiali. Guardando in particolare all’Italia, la crescita nominale sarà il fattore chiave per la sostenibilità del debito pubblico: secondo una proiezione di Western Asset, con una crescita a 0, entro fine 2017 il nostro rapporto debito/Pil supererà il 150%, e solo una crescita intorno al 4% potrà garantire un ritorno verso quota 130% nel giro di pochi anni.
Belshaw è inoltre fiducioso sui Paesi emergenti, il cui tasso di crescita rimane più forte di quello dei Paesi sviluppati e oltretutto sta crescendo sempre di più in termini di rilevanza. Anche negli emergenti, inoltre, il trend di riduzione dell’inflazione è ancora in essere secondo Belshaw, per cui le politiche monetarie delle varie Autorità rimarranno in generale accomodanti. Anche la Bank of Japan potrebbe espandere ulteriormente il proprio bilancio, dato che il quantitative easing non è stato in grado di produrre inflazione, pertanto Belshaw continua a essere fortemente negativo sullo yen giapponese.
L’incontro di Milano è stata anche l’occasione per la presentazione del Global Investment Study di Legg Mason, condotto a livello globale su oltre 4 mila intervistati, di cui più di 200 italiani con un patrimonio investibile superiore ai 200 mila dollari. Ebbene, dallo studio emerge che il 26% del portafoglio italiano è allocato in obbligazioni, la più alta percentuale in tutta Europa, mentre il 21% è investito in strumenti azionari, il 20% in immobili, il 19% in liquidità mentre il 6% è dedicato agli investimenti non tradizionali. Tra le evidenze dello studio, inoltre, la necessità degli investitori italiani di percepire un “income”: lo ritiene importante ben il 94% del campione intervistato. Infine, risulta elevata la predilezione per i mercati esteri, in quanto il portafoglio italiano è mediamente investito per il 29% su mercati internazionali.