I cicli economici, di policy e di mercato non sono sincronizzati a livello mondiale e ciò determina la forte volatilità che da qualche settimana contraddistingue i mercati. Secondo Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia, inoltre, i timori di una possibile nuova recessione globale, che stanno condizionando il comportamento degli investitori e quindi l'andamento dei mercati, non dovrebbero concretizzarsi.
"Il settore manifatturiero e i Paesi emergenti sono oggi i punti deboli del ciclo economico globale", ha spiegato Rovelli a un incontro con la stampa. "Il manifatturiero si trova su livelli vicini alla stagnazione e ciò impatta in modo evidente sulle economie Emergenti che hanno dovuto fare i conti, negli ultimi anni, anche con altri trend, come la diminuzione del processo di delocalizzazione dai Paesi sviluppati, l'aumento dei salari locali e il conseguente calo della produzione e dei consumi. Inoltre, come risposta al rallentamento economico dei Paesi industrializzati, i Paesi emergenti hanno lasciato che avvenisse una rapida accumulazione di debito privato (dal 2006 in poi), soprattutto nel settore corporate, che oggi devono interrompere. Per farlo hanno bisogno di politiche economiche accomodanti e, per questo, la recente decisione della Fed Usa di aumentare i tassi d'interesse, a seguito della ripresa economica americana, ha creato un importante punto di pressione per i mercati", ha sottolineato Rovelli.
Oltre a questi elementi di tensione, determinati dai differenti cicli in atto in diverse aree, a incrementare la volatilità sta contribuendo anche la rapida discesa del prezzo del petrolio che, di fatto "ha effetti ambigui: quelli positivi sono predominanti ma solo nel medio termine", ha spiegato Rovelli, mentre quelli negativi sono immediati: sulla spesa per investimenti del settore energetico, sugli utili del settore energetico e di quelli correlati, sul rischio di credito dei settori coinvolti e sull'accumulazione di surplus finanziari poi investiti nei mercati dei Paesi sviluppati.
"La nostra impressione - ha commentato lo chief investment strategies di BlackRock Italia - è che, nonostante la negatività diffusa, la recessione globale non sia il prossimo scenario di riferimento. Ci aspettiamo, invece, una crescita mondiale debole nel 2016, con rischi di downside sui mercati emergenti". Per Rovelli, oggi "ci sono buone notizie sul fronte delle valutazioni, in particolare nell'ambito delle obbligazioni a spread e degli high yield". Per Rovelli, restano ancora cari i bond governativi, mentre sul fronte azionario le correzioni sono state violente: "Sono stati puniti soprattutto i mercati europei, con un sell off eccessivo nelle ultime settimane". Secondo Rovelli, "il problema nel mondo azionario è che, in aggregato, gli utili non stanno crescendo da 3 anni, anche se vi sono delle differenze regionali". La bassa crescita, unita al timore di alcuni che le Banche Centrali abbiano esaurito le armi a loro disposizione, al calo del prezzo del petrolio e alla collocazione temporale di inizio anno, hanno pesato sulla caduta delle Borse in questo avvio del 2016.
Complessivamente, nello scenario attuale, il rendimento implicito di un portafoglio d'investimento bilanciato (60% bond, 30% equity, 5% high yield e 5% Emerging market) è molto basso, ovvero poco superiore al 3%. "A livello assoluto è un risultato molto basso, ma in termini relativi rispetto al cash è accettabile", ha sottolineato Rovelli, precisando che oggi "dobbiamo continuare a bilanciare l'esposizione ad asset rischiosi con strategie d'investimento meno esposte alla direzionalità del mercato. Una completa allocazione agli asset rischiosi è inappropriata per questo stadio del ciclo economico, dei mercati e date le valutazioni della maggior parte delle asset class liquide. La volatilità non è dovuta a elementi che scompariranno facilmente, ma va affrontata e ridotta ricorrendo a strategie meno direzionali".