Gli asset manager alternativi stanno cambiando i loro business model ed esplorando un più ampio set di misure volte a migliorare l'allineamento di interessi tra loro stessi e gli investitori. E' quanto emerge dall'ultimo studio realizzato dall'Aima (Alternative Investment Management Association) e intitolato "In Concert".
"I gestori vogliono costruire business sostenibili e gli investitori vogliono il giusto tipo di performance a un prezzo equo", ha affermato Jack Inglis, Ceo di Aima. "Questi sono gli interessi che si stanno sempre più allineando", ha sottolineato Inglis.
Il report identifica i trend emergenti, come la crescente diffusione delle "claw back", per cui una parte delle commissioni di performance del passato vengono restituite ai clienti durante i periodi di perdita, così come pratiche qualificanti più consolidanti, incluso lo "skin in the game", con cui i gestori partecipano all'investimento al fianco degli investitori, allocando denaro proprio.
Lo studio sottolinea che questi e altri termini positivi possono essere ottenuti dagli investitori in cambio dell'accettazione di più lunghi lock up per l'investimento.
Dalla survey risulta poi:
- un manager su tre applica ora commissioni di performance al di sopra di un hurdle rate;
- tre quarti (77%) dei gestori offre o sta prendendo in considerazione la possibilità di offrire un sistema di fee scalabile, per cui le management fee si riducono quando gli asset del fondo superano determinate soglie;
- quasi tutti i manager (97%) applicano la performance fee al di sopra dell'high watermark;
- anche se non è diffusa, più fund manager ora offrono clausole di claw back;
- è ancora pratica comune l'offerta di più lunghi lock up in cambio di una riduzione delle fee;
- la maggioranza dei gestori ora accetta di calcolare e applicare le performance fee con cadenza annuale, piuttosto che durante tutto l'anno;
- nelle società in cui lo staff partecipa all'investimento nel proprio fondo, circa il 30% dichiara che tale quota di capitale è di oltre il 10% del patrimonio complessivo del fondo;
- quasi due terzi dei gestori (61%) ritiene che avere un significativo investimento personale nel fondo investito è il singolo modo più importante per allineare i propri interessi con quelli degli investitori;
- circa la metà dei manager (48%) offre o sta considerando di offrire co investimenti ai propri investitori, sia tramite particolari opportunità d'investimento che con un fondo comunemente gestito;
- la trasparenza è aumentata sostanzialmente dall'inizio della crisi finanziaria e gli investitori hanno oggi un maggior accesso ai portafogli.
"I fondi hedge e gli altri fondi alternativi hanno, per decenni, offerto uno stretto allineamento di interessi con i loro investitori. L'applicazione delle performance fee solo sopra l'high watermark e la pratica skin in the game sono concetti attuati da anni e anni e hanno aiutato i fondi hedge a raccogliere capitali, soprattutto degli investitori istituzionali", ha affermato Inglis. "Ma ciò che la nostra survey evidenzia è che i gestori hanno ora una più ampia gamma di strumenti a disposizione e sono in grado di creare un ancora più stretto allineamento di interessi. Questi trend aiutano a spiegare perchè, con sole isolate eccezioni, i fondi pensione e gli altri investitori istituzionali sono rimasti fedeli ai fondi hedge negli ultimi anni", ha concluso Inglis.
Lo studio è scaricabile dal sito dell'Aima, cliccando qui.