L’anno prossimo ricorreranno i 10 anni dai primi interventi massicci e coordinati delle principali Banche Centrali mondiali, volti a combattere la crisi finanziaria. Ormai è chiaro che le politiche monetarie espansive hanno ridotto notevolmente i loro effetti, tant’è che la Fed ha già iniziato nel suo programma di normalizzazione dei tassi di interesse, "e la Bce inizierà il tapering all’inizio dell’anno prossimo, e verosimilmente porterà a termine il programma di acquisti nel giro di pochi mesi, anche entro la metà del 2018". L’ha riferito Scott Mather, Chief Investment Officer delle strategie Us Core e responsabile della gestione di portafogli globali di Pimco, intervenuto a Milano per presentare alla stampa il "Secular outlook 2017" della casa americana. Dopo il tapering, la Bce alzerà verosimilmente i tassi, pertanto potranno iniziare periodi di maggiore volatilità sui mercati. "Nel corso del primo trimestre di quest’anno", ha spiegato Mather, "abbiamo iniziato a ridurre il nostro posizionamento sui bond italiani e spagnoli, passando da overweight a neutral, anche in conseguenza di queste nostre previsioni". In caso di pressione al rialzo dei tassi e dei rendimenti, infatti, le perdite sui bond, soprattutto a lungo termine, potrebbero essere rilevanti. Oltretutto, come ha riferito Mather, al momento i rendimenti non remunerano a sufficienza i rischi presenti, e questo è vero in generale per tutti i bond dei Paesi europei. Pertanto, l’atteggiamento della casa americana è cauto, diversamente da quello dei mercati finanziari che scontano un percorso senza ostacoli verso la crescita economica e il benessere generale.
Negli Stati Uniti, più avanti nel processo di innalzamento dei tassi di interesse, Mather ha spiegato come nei prossimi anni si potrà concretizzare un livello di inflazione oltre i target prefissati, un vero e proprio overshoot. I primi segnali si stanno registrando nell’inflazione salariale, il vero motore di spinta per l’inflazione che potrà crescere sicuramente entro l’orizzonte temporale del "Secular outlook" di Pimco, dai tre ai cinque anni. Inoltre, sempre in questo arco temporale, Mather ha riferito come la casa americana attribuisca una probabilità del 70% che si verifichi una recessione, un fattore che potrebbe avere come prima conseguenza una durata stessa della recessione più lunga del previsto, in virtù del fatto che le armi delle Banche Centrali sarebbero limitate, in termini di tassi da abbassare o di nuovi titoli da acquistare, e il livello di indebitamento delle economie sviluppate è già molto elevato.
In ogni caso, per quanto riguarda gli investimenti obbligazionari, Mather ha evidenziato la preferenza della casa americana per i titoli inflation linked, soprattutto statunitensi, ma anche europei in seconda battuta, e per il credito agency o non agency negli Usa.
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