PRIMO SEMESTRE: AUMENTANO GLI INVESTIMENTI DEI PE NELLE PMI I dati Aifi sull'andamento dei fondi di private equity, venture capital e private debt
25/10/2017 In Primo Piano

Lo scorso 24 ottobre, Aifi ha presentato i dati sul mercato italiano del private equity, venture capital e private debt del primo semestre 2017. I risultati dell’analisi condotta da Aifi, in collaborazione con PwC Transaction Services, mostrano che la prima parte dell’anno ha registrato un ammontare investito pari a 1,9 miliardi di euro, in calo del 61% rispetto ai 4,9 miliardi di euro al 30 giugno 2016. Se, però, si escludono i large e mega deal il risultato è positivo a +24%, ovvero 1 miliardo di euro (erano 805 milioni nei primi sei mesi dell’anno precedente), mentre rimane costante il numero delle operazioni che si attesta a 139 (erano 138 nel primo semestre 2016). Il fundraising di mercato, invece, sale a 1,2 miliardi di euro, in crescita del 61% rispetto ai 721 milioni del primo semestre 2016. Se si considerano solo i soggetti privati il numero scende a 453 milioni di euro: investitori individuali e family office sono stati la principale fonte della raccolta privata con il 48% del totale; ancora scarsamente presente il contributo di assicurazioni che hanno investito solo il 2%. In crescita l’apporto dei fondi pensione e Casse di previdenza che hanno partecipato per il 12%. "Se guardiamo agli investimenti realizzati nei primi sei mesi dell’anno vediamo come questi siano cresciuti proprio nel segmento che meglio caratterizza l’Italia, ovvero le Pmi", afferma Innocenzo Cipolletta, Presidente Aifi. "Se eliminiamo infatti i large e mega deal, abbiamo una crescita dell’ammontare investito pari al 24%, segno che il nostro tessuto imprenditoriale è ricco di aziende che hanno grandi possibilità di crescere con delle iniezioni di capitali e investimenti da parte del private equity".

Nel segmento private equity e venture capital, l’ammontare delle operazioni di buy out (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) questo semestre è stato pari al 62% del totale per 1,2 miliardi di euro, (era 3,4 miliardi di euro nei primi sei mesi 2016). Grande exploit delle infrastrutture che crescono del 686% pari a 373 milioni di euro (nel primo semestre 2016 erano 47 milioni di euro). Diminuisce l’expansion a 138 milioni di euro (-74%), mentre il replacement (investimento finalizzato alla riorganizzazione della compagine societaria di un’impresa, in cui l’investitore nel capitale di rischio si sostituisce, temporaneamente, a uno o più soci non più interessati a proseguire l’attività) scende con un ammontare di 128 milioni di euro (erano 812 milioni di euro) pari al 7% del totale. Cresce del 24% il segmento seed/startup con un ammontare investito che passa da 35 milioni a 43 milioni di euro; il turnaround realizza 3 operazioni, un numero invariato rispetto al primo semestre 2016.

Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano l'87% del numero totale (70% nel primo semestre del 2016). Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero di operazioni, nel comparto Ict sono stati realizzati 24 deal (17% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 21 (15%), nel medicale 17 (12%). Nella distribuzione geografica degli investimenti realizzati in Italia, 93 operazioni, il 73% del numero totale sono state fatte al nord, in calo rispetto alle 103 dello stesso semestre dell’anno precedente; cresce il numero degli investimenti nel centro, 23, con un peso del 18% rispetto alle 18 dello scorso anno nel medesimo periodo. Cresce anche il numero operazioni al sud pari a 12, il 9% del totale in Italia, rispetto alle 10 operazioni del semestre precedente.

Sul fronte del private debt, nel primo semestre 2017 sono stati raccolti 282 milioni rispetto ai 358 dei primi sei mesi del 2016. La distribuzione geografica delle fonti di raccolta del comparto nel primo semestre vede il 100% raccolto in Italia, mentre per quanto riguarda le fonti, il 53% arriva dal settore pubblico, 24% da fondi pensione e Casse di previdenza, 8% arriva dalle banche così come un altro 8% arriva da investitori individuali e family office, 7% dalle assicurazioni.

Nei primi sei mesi del 2017 sono stati investiti 198 milioni di euro su 29 operazioni. Il 72% delle società target è concentrata nel nord Italia. In merito ai settori di investimento, quello prevalente è beni e servizi industriali, 8 società, seguito da energia e ambiente, 4 compagnie, e manifatturiero e alimentare, con 3 aziende. Il 56% delle società target ha un fatturato inferiore a 50 milioni di euro.

Per quanto concerne i disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2017 sono state dismesse 67 società su un totale di 78 disinvestimenti, un numero che segna una crescita rispetto al primo semestre 2016 pari a 57. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 1,2 miliardi di euro, contro gli 1,5 miliardi del primo semestre del 2016 (-18,4%). Nella distribuzione dei disinvestimenti per tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali, pari al 27,8% dell’ammontare totale, seguita dalla vendita a individui privati, family office e istituzioni finanziarie e Spac per il 24% dell’ammontare totale.

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