COMGEST: L'INCERTEZZA E' ANCORA IL TEMA DOMINANTE A LIVELLO GLOBALE La società amministra 27,3 mld di euro in fondi azionari con approccio quality growth
08/10/2018 L'Esperto dice...

"Il tema dominante a livello globale oggi è quello dell'incertezza, indipendentemente dalla ragione cui è legata: il rischio di una guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti, Brexit, un’ondata di protezionismo, l’ascesa dei populismi o una stretta monetaria". Ad affermarlo è stata Eva Fornadi, gestore dei fondi Comgest Growth Europe Opportunities e Comgest Growth Europe Smaller Companies di Comgest, nel corso di una presentazione della società a Milano.

Fornadi ha evidenziato che non manca il rischio di una rinnovata inflazione, con i primi segnali di pressione salariale e una scarsità di forza lavoro visibili nel Vecchio Continente. "Si può parlare di incertezza anche guardando alla crescita economica, vista la crescita dell’Eurozona che si è attestata al 2,2% nel secondo trimestre dell’anno, leggermente al di sotto del 2,5% registrato nei primi tre mesi del 2018, e all’impatto dei timori politici sul sentiment economico", ha detto Fornadi, che poi ha sottolineato l'approccio d'investimenti della società: "Noi di Comgest siamo investitori di lungo periodo e seguiamo un approccio di stock picking quality growth. Le società che selezioniamo non sono solo caratterizzate da un’ottima stabilità finanziaria e diversificate geograficamente, ma sono anche fonte di crescita autonoma grazie ai propri prodotti e alle specifiche iniziative di mercato. Invece di essere legati a trend macro, le società che abbiamo in portafoglio traggono vantaggio da megatrend ben consolidati nel tempo come possono essere l’invecchiamento demografico, la digitalizzazione, la crescita della classe media all’interno dei Paesi Emergenti o i beni di consumo a basso costo", ha proseguito Fornadi. "Tali driver di crescita, così come i criteri qualitativi della società, una solida quota di mercato, alte barriere all’ingresso e la capacità di fissare il prezzo, permettono loro non solo di navigare anche all’interno di condizioni di mercato agitate o fasi di correzione in maniera molto più efficace rispetto a titoli più rischiosi e più ciclici, ma anche di continuare a generare una solida crescita degli utili".

L'approccio d'investimento adottato ha premiato e sta premiando la società. "Negli ultimi 5 anni - ha spiegato Fornadi - il fondo Comgest Growth Europe Smaller Companies ha segnato una crescita aggregata degli utili del 14,5% e ci aspettiamo sia in grado di generare una crescita degli utili intorno al 15% nel medio termine decorrelata rispetto al ciclo e al sentiment. Questa crescita dinamica e sostenibile delle società che abbiamo in portafoglio dovrebbe differenziarsi in maniera ancora più marcata. Tali società stanno utilizzando differenti leve di crescita, come ad esempio la crescita dei mercati sostenuta da trend di crescita strutturali, il lancio di nuovi prodotti, l’innovazione, l’espansione geografica e le opportunità di consolidamento".

Fornadi ha poi fornito alcuni esempio di società presenti nel portafoglio del fondo Comgest Growth Europe Smaller Companies, come "Eurofins, attiva in mercati difensivi come ad esempio i campi del cibo e del farmaceutico, sta guadagnando quote di mercato e sta crescendo anche grazie alle acquisizioni" e Chr. Hansen che "è in qualche modo protetta dalle fluttuazioni del cambio dato che ha un listino prezzi in euro nei mercati chiave, mentre la sua crescita è guidata dalla penetrazione delle soluzioni di microbi naturali in molti segmenti, dalla produzione casearia agli animali alla salute delle piante. La crescita di Sartorius Stedim Biotech è ben sostenuta dalla crescita nel segmento del bio pharma, settore verso cui la società rappresenta un fornitore chiave", ha poi evidenziato Fornadi, aggiungendo che "produzione e vendita nello stesso mercato o l’adozione di un processo di produzione flessibile hanno ridotto anche qualsiasi impatto derivante dal cambiamento delle logiche commerciali".

Guardando ai prossimi mesi, infine, Fornadi ha commentato: "I fondamenti del portafoglio continuano ad essere solidi sulla scia di una stagione degli utili positiva nel secondo trimestre. Tutto ciò ci rende fiduciosi per il futuro dato che continuiamo a credere che nel medio e nel lungo periodo l’incremento del prezzo azionario si muoverà nella medesima direzione della crescita degli utili. La solidità dei fondamentali di alcune posizioni singole che abbiamo in portafoglio è accompagnata anche da un re rating nei multipli degli utili. In alcuni casi abbiamo preso profitto con l’obiettivo di reinvestire in società che continuano a presentare opportunità di valore interessanti. Il fondo viene attualmente cambiato con un multiplo prezzo/utili a dodici mesi pari a 29,9x (34,1x negli ultimi 12 mesi), ossia a premium rispetto all’indice MSCI Mid-caps Europe che ha registrato un multiplo prezzo/utile di 15,5x (16,5x negli ultimi 12 mesi)", ha concluso Fornadi.

Comgest, con una gamma di soli fondi azionari con approccio quality growth, amministra oggi 27,3 miliardi di euro, di cui 7,04 miliardi di euro in azioni europee. "Ci sembrava doveroso dare una certa attenzione alle azioni europee in questo momento non solo per l’interesse dei rendimenti passati ma anche per la pertinenza di un’allocazione più difensiva verso i Paesi sviluppati e ancor più difensiva grazie al nostro stile di gestione", ha spiegato Gabriella Berglund, Responsabile per il mercato Italiano di Comgest che poi ha affermato: "Per il mercato italiano, per quanto concerne Comgest è sicuramente positivo potersi affermare come un potenziale leader nell’allocazione europea, superiore per il momento a quella delle azioni emergenti e che rappresenta sicuramente l’interesse principale dell’investitore italiano. La sfida per noi consiste ad attrarre più attenzione verso un’allocazione azionaria, in una fase difficile per i mercati obbligazionari in generale dato il rialzo previsto dei tassi di interesse e ancor più difficile per il caso italiano vista la volatilità dello spread dovuto alla situazione politica. Inoltre veniamo da mercati azionari dove gli Stati Uniti hanno ben performato e un investimento in Europa su posizioni più difensive, con leader nel loro settore a livello globale o società più piccole che si rivolgono a un mercato domestico (e quindi non sensibili a guerre e dazi internazionali) potrebbe essere una buona proposta di diversificazione. Investiamo in leader in tutti i Paesi europei, dove li troviamo", ha continuato Berglund. "Sull’Italia non abbiamo un parere negativo, troviamo più idee di media e piccola capitalizzazione che grandi. Diciamo che l’unica grande da noi scelta di recente, Luxottica, si è recentemente fusa con Essilor. Qualsiasi Paese può offrire opportunità di investimento che non sono sensibili ad un ciclo economico o rischio politico. Abbiamo recentemente investito in Ferrari, che per noi è l’Hermes del settore automobilistico e che ha un buon potenziale di crescita in Cina con i nuovi modelli Suv. Quindi la vera diversificazione che proponiamo non è di ordine geografico ma sulla qualità delle aziende e dei loro business. Fino ad ora siamo riusciti a creare un alpha che giustifica ampiamente di investire in fondi di tipo attivo che in fase di forti drawdown del mercato possono fare un’ulteriore differenza con gli indici azionari", ha concluso Berglund.

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