I MERCATI SVILUPPATI CONVERGONO, GLI EMERGENTI DIVERGONO NN Investment Partners: mercati azionari più vulnerabili alle oscillazioni del sentiment
14/11/2018 L'Esperto dice...

Gli investitori condividono le preoccupazioni concernenti l'effetto delle tensioni commerciali e della normalizzazione della politica monetaria sull'economia globale. La ricerca sul sentiment degli investitori condotta da NN Investment Partners mostra che la crescita economica, la politica commerciale statunitense e la dinamica dell'inflazione sono le principali preoccupazioni dei 100 investitori istituzionali sondati. Poco più della metà degli investitori intervistati prevede un rallentamento della crescita economica globale nel 2019, mentre il 28% si aspetta un consolidamento.

"Nel 2019 gli Stati Uniti dovranno davvero affrontare un moderato rallentamento della crescita, poiché l'effetto dello stimolo fiscale è in riduzione e il recente inasprimento della Federal Reserve manifesta i primi effetti", ha commentato Valentijn van Nieuwenhuijzen, Chief Investment Officer di NN Investment Partners. "Tuttavia, l'Europa dovrebbe uscire dall'attuale fase di debolezza, poiché il suo mercato del lavoro è in miglioramento e ad esso è associata anche una crescita dei salari. La costante fiducia delle imprese, il miglioramento dei margini di profitto e un basso rapporto tra investimenti e produzione dovrebbero stimolare la spesa in conto capitale e porre le basi per un'ulteriore ripresa del credito. Tenendo presente che in Eurozona c'è ancora un certo ristagno, vediamo una domanda repressa di beni strumentali e prevediamo che la politica della BCE non si inasprirà prima del settembre 2019. Di conseguenza, pensiamo che l'Europa registrerà un'espansione economica superiore al trend di crescita per la maggior parte del prossimo anno. Infine, anche il Giappone continuerà a crescere, poiché il mix di politica monetaria e fiscale mira specificamente a surriscaldare l'economia per far crescere le aspettative di inflazione. Gli sviluppi economici in Europa e in Giappone permetteranno una percorso di convergenza da parte di queste regioni verso l’economia degli Stati Uniti. Gli eventuali venti contrari attesi, come le operazioni attuate dalla Fed e le dinamiche del mercato del lavoro, non dovrebbero interrompere questo trend".

Emergenti: un contesto più sfidante

Mentre i mercati sviluppati continuano il loro percorso di consolidamento, il contesto per gli emergenti è diventato più difficile. "La normalizzazione della politica monetaria nei mercati sviluppati porta a condizioni finanziarie più rigorose e, infine, a una minore crescita della domanda interna di queste economie. Allo stesso tempo, il protezionismo statunitense sta influenzando la tendenza alla globalizzazione, che era già piatta prima dell'avvio delle recenti tariffe commerciali statunitensi", si legge in un comunicato di NN Investment Partners. "Ciò dovrebbe danneggiare gli investimenti esteri diretti e la crescita delle esportazioni degli emergenti. In terzo luogo, la crescita cinese sta diventando meno dipendente dalle materie prime e sta gradualmente scendendo a livelli più compatibili con la sua demografia e il suo debito. Con la Cina che si concentra più sui consumi delle famiglie che sugli investimenti fissi, è più difficile prevedere quando gli stimoli cinesi interverranno per compensare l'impatto negativo delle tariffe americane". NN Investment Partners si aspetta un'ulteriore divergenza politica nel mondo emergente tra i Paesi con la forza istituzionale necessaria a continuare le riforme e quelli caratterizzati da politiche economiche più interventiste e non ortodosse. Per questo motivo, terremo d'occhio le elezioni in Indonesia, India e Polonia. Le tensioni tra le due maggiori economie mondiali continueranno a rappresentare un tema ricorrente per i mercati. I dazi introducono una microinefficienza che si trasformerà in una sottoperformance macroeconomica: questa sarà visibile soprattutto nella produttività. Prima che venga raggiunto questo punto, potremmo vedere effetti negativi sul sentiment delle imprese e quello dei mercati. Per NN Investment Partners, le tensioni commerciali resteranno limitate all'asse Cina/Usa e continueranno ad essere fonte di volatilità nel 2019.

Azionario: mercati più vulnerabili alle oscillazioni del sentiment

Alcuni potrebbero percepire il contesto economico peggiore di quanto non lo sia in realtà, eppure i margini di profitto delle imprese al di fuori del settore finanziario continuano a registrare buoni risultati. Tuttavia, con il consolidamento macroeconomico, i mercati diventano più vulnerabili alle oscillazioni del sentiment. Secondo NN Investment Partners, il miglioramento del sentiment è un catalizzatore per una migliore performance azionaria. Tra gli investitori da noi intervistati, circa il 55% preferisce le strategie azionarie in termini di rischio/rendimento. "Vediamo una stabilizzazione degli utili delle azioni giapponesi e un'accelerazione delle azioni dell'Eurozona, che offrono più valore rispetto al mercato statunitense, relativamente costoso. La ricerca del rendimento diventerà un tema meno centrale nell’azionario, in quanto la normalizzazione della politica monetaria porta a un graduale aumento dei rendimenti obbligazionari. Gli investitori potrebbero passare da titoli difensivi a titoli ciclici. Ma i rischi di questo scenario sono da ricercarsi in una politica più aggressiva delle Banche Centrali, in un'escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e in un aumento delle tensioni e dello stress di mercato sul tema del bilancio italiano", si legge nella nota di NN Investment Partners.

Obbligazionario: puntare su rischio di credito, senior loan bancari e convertibili

L'allargamento degli spread obbligazionari ha migliorato le valutazioni nel 2018, ma non sono ancora a buon mercato. NN Investment Partners si aspetta che gli spread rimangano stabili nel 2019 e che il carry offra una certa ripresa per gli investitori total return. Secondo la casa di gestione, la curva dei rendimenti negli Stati Uniti rimarrà probabilmente piatta con il rischio di una flessione negativa nel corso del prossimo anno. NN Investment Partners non si attende una riduzione sostanziale del gap di rendimento con altri Paesi sviluppati. Il graduale ritorno a una politica monetaria normale e ai rendimenti obbligazionari pesa sul rendimento di tutti gli investimenti a reddito fisso con lunga duration. "Per questo motivo preferiamo strumenti a reddito fisso più esposti al rischio di credito piuttosto che alla duration. Il debito emergente a breve termine è interessante in quanto può beneficiare di tassi più elevati e dell'adeguamento della domanda. Privilegiamo anche i senior loan bancari e le obbligazioni convertibili", riporta una nota della società

Continua la crescita degli investimenti responsabili

Ci aspettiamo che la domanda di investimenti secondo criteri ambientali, sociali e di governance continuerà a crescere nel 2019. "Secondo il nostro sondaggio tra gli investitori, l'investimento responsabile non è più una questione di coscienza", ha commentato Simona Merzagora, Managing Director di NN Investment Partners. "Quasi la metà (48%) degli investitori lo vede oggi come un modo per aiutare sia il rischio sia il rendimento, mentre solo il 13% afferma che gli investimenti sostenibili riguardano solamente i valori. Pensiamo che quando si tratta di investimenti responsabili, i rendimenti finanziari e l'impatto sociale e ambientale vadano di pari passo. Nel 2019 faremo ulteriori progressi nella mappatura dell’esposizione del nostro portafoglio ai Sustainable Developement Goals delle Nazioni Unite e miglioreremo ulteriormente i nostri standard di reporting sull'impatto dei nostri portafogli".

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