IN ITALIA LE STRATEGIE SRI RAGGIUNGONO I 2 MILA MLD DI EURO I risultati dell’Eurosif European SRI Study 2018 sul mercato tricolore
26/11/2018 In Primo Piano

Nel corso dell’evento dal titolo “SRI in Europe: an insight on the recent initiatives on sustainable finance led by the European institutions”, organizzato all’interno della settima edizione della Settimana SRI, è stato affrontato il tema della nuova regolamentazione in materia di investimenti sostenibili che il Parlamento Europeo dovrebbe approvare nei prossimi mesi sulla base dell’Action Plan for Financing Sustainable Growth predisposto dalla Commissione Europea a marzo 2018.

All’inizio della discussione, Francesco Bicciato, segretario generale del Forum per la Finanza Sostenibile, ha illustrato alcuni dei risultati relativi al solo mercato italiano contenuti nello studio biennale condotto da Eurosif sull’intero mercato europeo, che è stato presentato a Bruxelles lunedì 26 novembre. "Quest’anno abbiamo registrato un significativo incremento della partecipazione all’indagine italiana", ha spiegato Bicciato, "da cui emerge sia una crescita degli asset investiti secondo criteri ESG che l’ampliamento nella platea degli investitori. Guardando al segmento istituzionale, in Italia il patrimonio in strategie SRI è dominato da pochi grandi operatori, nello specifico da alcuni fondi pensione e compagnie di assicurazione, mentre in quello retail l’offerta di prodotti SRI disponibili ha raggiunto il nuovo record storico". Inoltre, Bicciato ha messo in evidenza che gli investimenti socialmente responsabili in Italia hanno raggiunto la soglia dei 2 mila miliardi di euro a fine 2017. Nel dettaglio, esclusioni ed engagement sono le strategie più diffuse, rispettivamente con circa 1.450 e 135,7 miliardi di euro di masse gestite. In particolare, l’engagement mostra una solida crescita (+213% rispetto al 2015), determinata soprattutto da un rinnovato interesse degli investitori istituzionali a influenzare le politiche di sostenibilità delle aziende investite. Gli investimenti tematici hanno registrato la progressione più rapida. Le masse gestite da fondi tematici sono passate da oltre 2 miliardi di euro nel 2015 a sfiorare i 53 miliardi di euro nel 2017. Questi dati rappresentano una porzione significativa rispetto al mercato europeo, assegnando all’Italia il primato in riferimento a questa strategia. In linea con la solida crescita registrata nel 2015, l’impact investing ha raggiunto 52 miliardi di euro nel 2017. Il dato dimostra una continua crescita dell’interesse degli operatori finanziari a coniugare rendimenti in linea con il mercato e impatto socio ambientale positivo. Infine, l’unica eccezione è rappresentata dal calo degli asset della selezione basata sulle convenzioni internazionali, in linea con la tendenza europea, sebbene la strategia rimanga la terza più diffusa in Italia, con circa 106 miliardi di euro amministrati. Bicciato ha poi aggiunto: "L'Europa può diventare la casa della finanza sostenibile. In questo quadro la crescita del mercato italiano SRI è costante e interessa diverse strategie d'investimento. Si può dire che la Comunità italiana SRI si sta preparando al meglio ad affrontare i vincoli e recepire le opportunità che l'Action Plan dell'Unione Europea produrrà nei prossimi mesi".

L’evento è proseguito con una tavola rotonda sui temi di attualità per il mercato degli investimenti SRI, soprattutto in ambito regolamentare. Pietro Negri, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, ha subito voluto sottolineare che "i dati presentati dal Forum rappresentano la vivacità del mercato italiano su questi temi. La crescente domanda di prodotti e strumenti SRI richiede un cambio di marcia da parte dell’industria finanziaria: il quadro normativo italiano si presenta come il più avanzato e potrebbe diventare punto di riferimento per altri Paesi dell’Unione Europea", ha spiegato Negri, che ha proseguito mettendo in guardia dal fatto che "c’è il rischio che l’entrata in vigore, a maggio 2019, di un nuovo Parlamento Europeo rallenti sensibilmente l’attuazione dei progetti di riforma contenuti nell’Action Plan for Financing Sustainable Growth, per cui è importante che entro aprile del prossimo anno vengano approvati dall’attuale Parlamento". Inoltre, Negri ha spiegato che potrà avere un effetto positivo per il mondo degli investimenti sostenibili anche la Shareholder Rights Directive II, la cui implementazione da parte degli Stati Membri deve essere effettuata entro il 10 giugno 2019, che sarà importante per i soggetti che effettuano l’attività di engagement.

Infine, Flavia Micilotta, Executive Director di Eurosif, ha evidenziato l’importanza di creare un lessico e delle definizioni condivise riguardo agli investimenti sostenibili, "perché per passare da essere considerate strategie di nicchia all’essere viste come soluzioni mainstream è importante che ci siano degli standard e delle linee guida più precise". Secondo Micilotta è fondamentale che il Parlamento Europeo approvi il primo pacchetto legislativo rilasciato a maggio di quest’anno dalla Commissione Europea, che, tra le altre cose, comprende un sistema unificato di classificazione (tassonomia) a livello europeo di quali attività economiche possono essere considerate sostenibili sotto il profilo ambientale e maggiori requisiti di trasparenza verso gli investitori sulla modalità con cui le società integrano l’analisi ESG all’interno del proprio processo d’investimento. "Tutto questo sarebbe di grande utilità soprattutto alla clientela retail, che disporrebbe di maggiori strumenti nella valutazione dei prodotti SRI, considerato anche che la quota detenuta da questa tipologia di investitori è crescita in modo significativo nel corso degli ultimi anni, passando dal 3,4% del 2013 al 22% del 2015, fino ad arrivare al 30% alla fine del 2017".

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