NEL 2022 PREVISTA UNA CRESCITA SOLIDA MA IN RALLENTAMENTO Presentato il Capital Group Outlook sulle prospettive e gli scenari per l'anno in corso
18/01/2022 In Primo Piano
Una crescita solida nel 2022, ma in rallentamento. È la view di fondo di Capital Group: la società ha presentato il suo Outlook 2022, che contiene le prospettive di lungo termine sui mercati e le economie e le previsioni sulle principali asset class.
Secondo Matteo Astolfi, Managing Director di Capital Group, la leadership di mercato è essenzialmente invariata rispetto al periodo pre pandemia, ossia i maggiori guadagni sono concentrati in un ristretto numero di società, perlopiù con sede negli Stati Uniti e correlate a Internet. 
"Data la prosecuzione delle tendenze pre pandemiche, gli investitori devono tener conto dei rischi intrinseci alla fase finale di un lungo mercato rialzista, in particolare, alla tensione tra inflazione e deflazione che nei prossimi anni potrebbe determinare l'andamento del mercato", analizza Astolfi, che poi prosegue: "Guardando al futuro, i rischi sono chiari: rallentamento della crescita economica globale, soprattutto in Cina, graduale riduzione degli incentivi monetari da parte delle Banche Centrali e valutazioni generalmente elevate, da quelle delle azioni, passando alle obbligazioni fino all'immobiliare. Nonostante la sua complessità, il contesto è tuttavia ideale per effettuare investimenti selettivi basati sulla ricerca bottom up dei fondamentali. In tutto il mondo, i nostri analisti azionari e obbligazionari scovano infatti interessanti opportunità di investimento".

Le prospettive macroeconomiche

L’inflazione potrebbe rimanere elevata nel 2022, ma, nella view di Martyn Hole, Investment Director di Capital Group, questo non implica un ritorno agli anni 70. 
Hole sottolinea che "negli ultimi 30 anni, gli investitori nei mercati sviluppati non hanno dovuto preoccuparsi molto dell'inflazione, ma questo è cambiato la scorsa estate quando le distorsioni legate al Covid hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi di alcuni beni di consumo. A mio parere, i livelli di inflazione rimarranno probabilmente elevati fino alla fine del 2022, alimentati da una forte domanda, da una politica espansiva, da carenze di manodopera e da interruzioni delle catene di approvvigionamento.
Hole prosegue specificando che è importante tenere a mente tre cose: in primo luogo, un'inflazione modesta e stabile dovrebbe aiutare le economie ad adattarsi allo shock pandemico, perché permette alle aziende di aumentare i prezzi e migliorare la redditività. Poi, la storia mostra che, durante i periodi di inflazione moderatamente più alta, le azioni e le obbligazioni hanno generalmente fornito solidi rendimenti. Infine, Capital Group non si aspetta che i politici ripetano gli errori degli anni '70, che hanno contribuito alla manifestazione di un'inflazione elevata e instabile.
"Qualsiasi cosa stiate cercando nel mercato, che siano titoli o altro, tutto sembra essere estremamente costoso. Grazie ai bassi tassi d'interesse, alla politica accomodante delle banche centrali e alla  riapertura delle economie, la maggior parte delle azioni e obbligazioni è diventata onerosa", continua Hole, che poi aggiunge: "Gran parte dei mercati azionari mondiali ha messo a segno ottimi risultati nel periodo post pandemia. Gli utili aziendali sono risultati generalmente solidi e tutti i rapporti prezzo/utili dei mercati sviluppati ed emergenti risultavano al di sopra delle loro medie quindicennali a metà gennaio 2022. Visto il rallentamento della crescita e la difficoltà di trovare azioni, la selezione dei titoli è più importante che mai. Dati i vari rischi posti dall'attuale contesto, preferiamo bilanciare i portafogli cercando esposizione al potere di determinazione dei prezzi, alla crescita sostenibile e all'aumento dei dividendi".
Riguardo all'economia europea, essa dovrebbe registrare nel 2022 un impressionante tasso di crescita del Pil pari al 4/5%. Secondo l'Outlook 2022, molte delle principali economie europee evidenziano una marcata crescita trainata dalla domanda repressa, dal miglioramento del sentiment dei consumatori e dal boom dell'attività industriale. Inoltre, Capital Group non ritiene che tale boom sia temporaneo, ma che rappresenti un cambiamento nel comportamento dei consumatori e nel clima politico tale da indurre nei prossimi anni una crescita economica europea più solida nonché un'inflazione più elevata. Nonostante queste previsioni, tuttavia, il contesto economico è altamente incerto e le preoccupazioni sulle nuove varianti di Covid potrebbero tradursi in un rallentamento della crescita nella prima parte dell'anno. 
Prosegue Hole: "Le azioni europee possono risultare interessanti; ma iniziamo ad osservare un forte aumento delle stime relative agli utili nell’UE e nel Regno Unito, trainato dai settori finanziario, dell’energia e dei materiali. Con la ripresa degli utili, i mercati europei, in particolare il Regno Unito, potrebbero notevolmente sovraperformare gli altri mercati regionali".

Le prospettive per l'azionario 

Hole poi, passando alle prospettive dell'azionario, torna sull'argomento inflazione: "Le società con un potere di determinazione dei prezzi sono in grado di proteggere i margini di profitto riversando questi costi sui clienti. Non crediamo che il futuro ci riservi un periodo di inflazione sostenuta, ma siamo certi che l'aumento dei costi si protrarrà nei prossimi mesi tanto da diventare il principale rischio per gli investitori nel 2022. Per questo cerchiamo di individuare società con potere di determinazione dei prezzi. 
Un settore esemplare, in questo senso, è quello tecnologico, in cui la rivoluzione digitale è andata ben oltre il territorio dei colossi tecnologici statunitensi. In tutti i settori le aziende adottano nuove tecnologie per migliorare il business, trasformare il nostro modo di vivere e creare opportunità per gli investitori. Capital Group non crede che queste opportunità siano ancora pienamente comprese dal mercato: "La spesa globale per la trasformazione digitale dovrebbe aumentare dai 1.300 miliardi di dollari del 2020 ai 2.400 miliardi del 2024, secondo Statista. Le aziende di vari settori appartenenti alla cosiddetta "old economy" stanno investendo in tecnologia per reinventare e rivitalizzare le loro attività attraverso l'automazione, le vendite online e l'apprendimento automatico. Non tutte le aziende che optano per una trasformazione digitale avranno la meglio, però, nel lungo termine. L'essenziale è comprendere appieno la strategia digitale di un'azienda e le sue prospettive di successo", conclude Hole.

Le prospettive dell'obbligazionario 

Flavio Carpenzano, Investment Director per il reddito fisso di Capital Group, osserva come le banche centrali stiano normalizzando la politica più velocemente di quanto segnalato in precedenza: "Nel complesso le Banche Centrali, compresa la Fed, sono diventate più falco da dicembre, poiché hanno riconosciuto un maggiore rischio di inflazione. La Fed e il mercato si aspettano almeno 3 rialzi dei tassi nel 2022 a partire da marzo/giugno. Tuttavia, il mercato attualmente si aspetta un ciclo di rialzo dei tassi più accomodante rispetto alla Fed. Il tapering dovrebbe essere più veloce di quanto pensato in precedenza e dovrebbe finire a marzo 2022, in linea con le aspettative del mercato e la guidance della Fed".
Tuttavia, secondo Carpenzano l'attenzione si sta già spostando dal taper e dai rialzi dei tassi al Quantitative Tightening (QT): la Fed, cioè, lascerà che le obbligazioni che ha acquistato raggiungano la scadenza ed escano dal suo bilancio. Per l'esperto di Capital Group è probabile che sia un altro canale per stringere le condizioni finanziarie e che sia un ultimo impulso per appiattire la curva, in linea con il comportamento del mercato avvenuto nell'ultimo ciclo. La Bce, nel complesso, rimane relativamente accomodante rispetto alle altre Banche Centrali, poiché non è previsto alcun aumento dei tassi nel 2022 e il suo programma di acquisto di asset (APP) è a tempo indeterminato.
Probabilmente, quindi, i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine saliranno a un ritmo contenuto, con una domanda persistente dagli investitori non statunitensi e dai Fondi Pensione. Nella view di Capital Group, i gestori attivi di obbligazioni core possono individuare obbligazioni con scadenze tali da evidenziare una buona tenuta qualora i tassi dovessero salire e possono investire in titoli indicizzati all'inflazione per contrastare l'aumento dei prezzi. 
L'high yield, invece, è un'asset class sensibile alla crescita, che dovrebbe continuare a beneficiare di un contesto di crescita globale positivo. Carpenzano spiega come le obbligazioni ad alto rendimento tendano a performare particolarmente bene durante la fase di recupero del ciclo economico, quando i tassi di insolvenza scendono, gli spread si restringono e la volatilità tende a diminuire.
L'Investment Director per il reddito fisso di Capital Group aggiunge poi che il mercato statunitense ad alto rendimento continua ad evolversi. Il mercato di oggi è più ampio, maggiormente diversificato e di qualità superiore. Anche la qualità complessiva del credito dell'universo high yield è migliorata in modo significativo, dato che i rating high yield a livello di indice sono diventati di qualità superiore, in particolare dopo la pandemia Le società con rating BB ora rappresentano più della metà del mercato, rispetto a circa un terzo di 20 anni fa. D'altra parte, le società con rating CCC costituivano quasi un quarto del mercato al culmine della crisi finanziaria nel 2008/2009, ma ora rappresentano circa il 12%.
Carpenzano mette in luce come tutto ciò sia prossimo al livello più basso in quasi due decenni. Di conseguenza, la qualità complessiva dell'indice high yield è aumentata, raggiungendo il livello di rating medio più alto almeno dal 2000. "Inoltre, l'high yield statunitense è meno influenzato da un rallentamento della Cina rispetto ad altre asset class, in quanto il mercato è maggiormente guidato dal consumo statunitense, che rappresenta circa il 70% del Pil degli Stati Uniti e che dovrebbe rimanere solido e meno influenzato dalla Cina", analizza ancora Carpenzano, che poi prosegue: "Le valutazioni assolute riflettono un ambiente favorevole che fornisce un rendimento alla gran parte del mercato high yield statunitense di circa il 4,5% (all'11 gennaio 2022), ma la cautela è garantita e la selettività rimane fondamentale".
Infine, riguardo ai mercati emergenti (EM), Capital Group registra che l'inflazione rimane elevata con rischi continui ma gestibili. Secondo Carpenzano, una parte significativa dello shock all'inflazione EM può essere attribuita alla volatilità dei prezzi di cibo ed energia. La normalizzazione delle catene di approvvigionamento e gli effetti di base dovrebbero aiutare.  La crescita globale sta rallentando (anche se rimane al di sopra del trend); parte degli emergenti dovrebbe vedere un'accelerazione della crescita nel 2022.
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