Aviva Investors, la divisione globale di asset management di Aviva Plc, ha pubblicato un report sui progressi compiuti dalla sua attività Real Assets (che gestisce 47 miliardi di sterline) verso il net zero, con la volontà di continuare a migliorare le caratteristiche di sostenibilità degli edifici nuovi ed esistenti e di assistere gli investitori nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
L'anno scorso Aviva Investors ha annunciato un ambizioso Net Zero Pathway per raggiungere zero emissioni nette in tutta la sua piattaforma di Real Assets entro il 2040, e Aviva plc ha presentato il suo piano per diventare una società net zero entro il 2040, il più ambizioso obiettivo rispetto a qualsiasi altra grande Compagnia assicurativa al mondo.
In particolare, il report illustra i progressi compiuti rispetto ai cinque obiettivi intermedi che Aviva Investors si è impegnata a raggiungere entro il 2025, fornendo indicatori di valutazione della propria performance e assicurando che i propri impegni vengano rispettati tramite azioni misurabili e significative. Il rapporto fa seguito al recente annuncio che evidenzia come l'azienda abbia mantenuto l'impegno di investire 1 miliardo di sterline in Prestiti per la Transizione Sostenibile, raggiungendo l'obiettivo con tre anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia.
Nel rapporto, i progressi compiuti verso il raggiungimento dei target includono:
- investire direttamente e finanziare 1,4 miliardi di sterline in infrastrutture ed edifici a bassa emissione di carbonio e a energia rinnovabile, con un progresso del 56% rispetto all'obiettivo di 2,5 miliardi di sterline entro il 2025;
- espansione della capacità totale di energia rinnovabile a 1,1 gigawatt (GW), con un progresso del 48% rispetto all'impegno di raggiungere una capacità di 1,5 GW entro il 2025;
- realizzazione di 1,04 miliardi di sterline di prestiti immobiliari incentrati sulla transizione climatica, con un progresso di oltre il 100% verso l'obiettivo del 2025;
- lancio di una climate transition strategy, rispettando l'impegno di allinearsi all'articolo 8 della Sustainable Finance Disclosures Regulation (SFDR);
- raggiungere una riduzione del 25% dell'intensità di carbonio e del 6% dell'intensità energetica per gli investimenti diretti, a fronte di obiettivi rispettivamente del 30% e del 10% entro il 2025.
Nel suo aggiornamento, Aviva Investors sottolinea anche diversi fattori che probabilmente renderanno più sfidante il percorso verso net zero per gli investitori. Tra questi, le significative disparità nel livello di divulgazione tra le varie asset class, ad esempio nel credito privato, dove la trasmissione di dati ESG e di impatto ai finanziatori è poco diffusa, e nel settore immobiliare, dove i dati ESG disponibili al momento della vendita sono molto scarsi.
Tra le altre sfide identificate nel rapporto, in virtù dell' intensificarsi della corsa al net zero, si prevede un crescente "green premium" per gli asset esistenti. Si prevede un aumento della concorrenza per gli asset core e core plus con le migliori credenziali sostenibili, e si ritiene che gli asset di scarsa qualità attireranno di conseguenza un "brown discount". Il rapporto evidenzia anche la crescente tendenza degli investitori a dare priorità alle energie rinnovabili e agli asset già green, preferendo gli investimenti incentrati sull'impatto, in grado di migliorare gli edifici esistenti sottoperformanti e di essere più efficaci nella transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
Amanda Blanc, Group Chief Executive Officer di Aviva plc, ha dichiarato: "In qualità di investitore di rilievo nel settore delle infrastrutture e del Real Estate nel Regno Unito, Aviva ha l'opportunità e la responsabilità di garantire il finanziamento di progetti che aiutino il settore edilizio nella sua transizione verso il net zero. È quindi incoraggiante osservare questi progressi, anche se abbiamo ancora molta strada da fare prima di considerare realizzate le nostre ambizioni in materia di sostenibilità. I nostri investitori e clienti si aspettano risultati di primo livello e noi continueremo a concentrarci sulla loro realizzazione".
"Gli obiettivi "net zero" devono superare il ruolo di promesse per attirare il capitale degli investitori e diventare invece azioni concrete, se vogliamo che il settore degli asset reali realizzi il suo potenziale nell'affrontare la crisi climatica", ha invece aggiunto Daniel McHugh, Cio, Real Assets, di Aviva Investors, proseguendo: "I cinque obiettivi intermedi del nostro percorso sono probabilmente l'aspetto più importante del nostro impegno verso il net zero. Essi forniscono indicatori di valutazione dei nostri progressi e sono concepiti per dare ai clienti fiducia negli investimenti che facciamo per loro e nell’impatto per favorire la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio."
"La domanda di dati più esaustivi sulla sostenibilità è aumentata vertiginosamente e non è da escludere che anche edifici di alta qualità in posizioni privilegiate diventino vulnerabili all'obsolescenza per ragioni connesse alla sostenibilità", ha spiegato ancora McHugh. "Non si può sottovalutare l'importanza della ristrutturazione e del retrofitting dei beni esistenti, tramite materiali efficienti dal punto di vista energetico e fonti di energia più pulite. Le continue variazioni e lacune nella qualità dei dati ESG causeranno una polarizzazione delle performance degli asset, rendendo più che mai importanti le competenze di investimento e le analisi rigorose."
"Come evidenziato nel nostro ultimo
Real Assets Study,
l'attenzione agli obiettivi net zero ha fatto sì che molti investimenti perseguano asset sostenibili con interessanti percorsi di decarbonizzazione, in quanto gli investitori cercano di ottenere riduzioni nel breve termine dell'impronta di carbonio dei loro portafogli", ha inoltre sottolineato
Ed Dixon, Head of ESG, Real Assets, di Aviva Investors, che ha infine concluso: "Vi è inoltre un'eccessiva importanza per le certificazioni di prestazione energetica e per le certificazioni di bioedilizia, nessuna delle quali è correlata all'intensità energetica e di carbonio. Tuttavia, se si vuole che il capitale degli investitori istituzionali sia veramente efficace nel sostenere la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio, esso deve essere convogliato in attività di investimento maggiormente basate sull'impatto, come ad esempio il miglioramento degli edifici e delle infrastrutture esistenti, che hanno prestazioni inferiori in termini di efficienza energetica e di emissioni di carbonio in corso".