"A partire dalla crisi finanziaria globale i mercati hanno goduto di un sostegno monetario e fiscale senza precedenti", spiegano Steeve Brument, Head of Quantitative Multi-Asset Strategies e Deputy Head of Global Multi-Asset e Johann Mauchand, Senior Systematic Fund Manager di Candriam, che poi proseguono: "I tassi d'interesse hanno raggiunto livelli mai visti negli ultimi cinque secoli. Il debito pubblico si è impennato, mentre l'inflazione è rimasta sorprendentemente bassa. Da quando è comparso il Covid, abbiamo affrontato lockdown, riaperture, guerre e un'inversione del trend di lungo periodo della globalizzazione. Ne è risultato un notevole squilibrio tra domanda e offerta. Pensavamo che la carenza di materie prime, prodotti finiti e lavoratori che aveva fatto lievitare i costi, mentre le economie in fase di riapertura erano vulnerabili all'inflazione, fossero una cosa appartenente al passato. Dopo molti mesi di inflazione transitoria, le Banche Centrali hanno cambiato view e sono tornate al loro compito primario: mantenere l'inflazione a livelli accettabili. Così, hanno aumentato significativamente i tassi d'interesse in gran parte dei paesi del mondo, innescando enormi correzioni in tutte le asset class. Queste politiche monetarie restrittive potrebbero ora rischiare di spingere la lotta all'inflazione troppo oltre, distruggendo le economie", affermano Brument e Mauchand.
Nel breve termine, gli investitori si trovano di fronte a incertezze provenienti da numerose direzioni. Quand’è che i tassi d'interesse registreranno i loro massimi e a quanto ammonteranno? Le Banche Centrali si prepareranno a una lieve recessione o si muoveranno verso un atterraggio duro? Quale sarà l'impatto prodotto dalla crisi energetica in Europa quest'inverno e il prossimo? Quali nuove conseguenze potrebbero sorgere dalla guerra in Ucraina? "Se, nel 2022, i mercati finanziari hanno sicuramente prezzato alcune di queste incertezze, è probabile che nel 2023 dovremo affrontare un periodo difficile", rispondono Brument e Mauchand. "Saranno messe in discussione molte allocazioni. La parola d’ordine è quindi diversificazione. I CTA, o fondi Managed futures, si basano tipicamente su strategie trend following il cui scopo è beneficiare della discrezionalità del mercato, sia al rialzo sia al ribasso. Sebbene il passato non costituisca una garanzia per il futuro, l'indice BarclayHedge CTA ha dimostrato per 40 anni di essere decorrelato rispetto a importanti asset class attraversando molti regimi di mercato e ha offerto storicamente una copertura efficace nei confronti dei rischi di coda. Il prossimo anno dovrebbe senz'altro riservare molte sorprese!", evidenziano i due aperti di Candriam.
Ci sarà una recessione? Di che tipo sarà?
"Abbiamo analizzato i rendimenti di numerose asset class durante le recessioni statunitensi nell’arco di quarant’anni. Tra le asset class considerate figurano azioni e obbligazioni globali, un portafoglio tradizionale 60/40, un portafoglio alternativo e l'oro. Abbiamo considerato gli Stati Uniti per il ruolo cardine a livello globale della loro economia. Le performance assolute piatte dei periodi di recessione dimostrano come i CTA abbiano storicamente registrato rendimenti positivi in questi periodi, eguagliando l’obbligazionario, ma risultando più solidi dell'oro", sottolineano Brument e Mauchand.
Indice CTA rispetto ad altre asset class durante le turbolenze finanziarie


I risultati passati non costituiscono una garanzia di rendimenti futuri.
Le recessioni sono illustrate secondo la loro definizione fornita dal National Bureau of Economic Research statunitense.
Fonti e note: Candriam, Bloomberg. Per le azioni globali abbiamo utilizzato MSCI© World, per le obbligazioni globali Barclays US Agg. Bonds, per il portafoglio d'investimento 60/40 tradizionale o per il portafoglio di riferimento abbiamo utilizzato 60% MSCI World Index e 40% Barclays US Agg. Bonds, per i CTA l'Indice BarclayHedge CTA, per il portafoglio alternativo abbiamo utilizzato 70% Portafoglio di riferimento e 30% Indice CTA (vale a dire, 42% MSCI World, 28% Barclays US Agg Bonds e 30% CTA) e per l'oro abbiamo utilizzato XAU Currency.
Quando le asset class tradizionali crollano, cosa ci possiamo aspettare dai CTA?
La storia è piena di eventi imprevisti, come l'invasione dell'Ucraina o la pandemia di Covid. Quali performance hanno registrato i CTA durante i periodi turbolenti per i mercati? "Abbiamo analizzato la performance dell'Indice BarclayHedge CTA durante 14 eventi ben noti e molto imprevedibili degli ultimi 35 anni, comprese crisi geopolitiche, sanitarie e finanziarie", spiegano gli esperti di Candriam, che poi continuano: "L'indice CTA ha generato rendimenti positivi in 12 di questi 14 periodi di turbolenza del mercato, in alcuni casi registrando livelli straordinariamente elevati. I titoli di Stato e l'oro sono anch'essi aumentati di valore, rispettivamente in 10 e 9 crisi. Al contrario, le azioni globali sono nettamente crollate in tutti questi eventi di risk off tranne uno (l'elezione del Presidente Trump nel 2016). In alcune crisi di mercato, l’azionario ha perso quasi metà del valore. Pertanto, storicamente, l'aggiunta di CTA ha migliorato la diversificazione e la performance del portafoglio di riferimento nella stragrande maggioranza dei casi".

I risultati passati non costituiscono una garanzia di rendimenti futuri.
I quadri temporali sono di natura illustrativa. Le date possono variare in basealla fonte.
Fonti: Candriam, Bloomberg, Indice BarclayHedge CTA, MSCI© World, Barclays US Agg. Bonds, XAU Currency oro, per il portafoglio di riferimento abbiamo utilizzato 60% MSCI World Index e 40% Barclays US Agg. Bonds, per il portafoglio alternativo abbiamo utilizzato 70% Portafoglio di riferimento e 30% Indice CTA (vale a dire, 42% MSCI World, 28% Barclays US Agg Bonds e 30% CTA).
"Dal 2000, i mercati hanno vissuto numerosi eventi imprevisti, con vari livelli di disruption. Definire le tempistiche dei cicli economici o anticipare eventi a bassa probabilità rimane un compito molto difficile. I CTA, però, possono svolgere un ruolo molto utile nella diversificazione del portafoglio per affrontare l'imprevedibile", concludono Brument e Mauchand.