LE SFIDE DEGLI INVESTIMENTI E IL RUOLO DEL PRIVATE BANKING La mappatura di AIPB su un campione di outlook degli asset manager associati
16/02/2023 In Primo Piano
Le persistenti tensioni sul fronte geopolitico porteranno, anche nel 2023, ad uno scenario caratterizzato dall’incertezza. Nella prima parte dell’anno i portafogli saranno difensivi, ma pronti ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti che si verificheranno nei mesi a seguire. Non mancheranno le opportunità per trarre beneficio dagli aggiustamenti della strategia di investimento, grazie ad una maggiore frequenza di incontri tra consulente e cliente. È quanto emerge dalla mappatura che l’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) ha svolto su un campione rappresentativo degli outlook elaborati dagli asset manager associati.
L’analisi è stata presentata nel corso della conferenza “Le sfide degli investimenti. Il ruolo del Private Banking”, in cui l’Associazione ha svelato l’Annuario Generale Private Banking 2022, l’unica pubblicazione dove è possibile ottenere le informazioni complete sui protagonisti del Private Banking (Banche, Asset Manager, Assicurazioni, Studi professionali e Data provider).
“La consulenza finanziaria professionale offerta dagli operatori del Private Banking sarà cruciale nell’indirizzare le scelte di investimento della clientela in uno scenario geopolitico, economico e finanziario incerto, soggetto a rapidi cambiamenti con impatti significativi sui patrimoni gestiti”, ha commentato Andrea Ragaini, Presidente di AIPB.

Lo scenario
Il quadro attuale è caratterizzato da tre fattori: la transizione verso un nuovo scenario internazionale, la convivenza con l’inflazione e la stretta della politica monetaria. Lo scenario geopolitico, con cui gli investitori si dovranno confrontare quest’anno, continuerà ad essere caratterizzato dall’incertezza dovuta da tensioni persistenti. Ad un conflitto russo/ucraino ben lontano dalla sua risoluzione si aggiunge un’economia cinese ancora debole per la complicata gestione di tre importanti sfide: l’uscita dalla pandemia, una forte competizione tecnologica e commerciale con gli Stati Uniti e i rapporti tesi con Taiwan, dovuti alle spinte indipendentiste.
Nel mezzo, l’Europa che deve trovare un proprio approccio strategico tra i 27 Stati membri nel rapportarsi con le altre potenze mondiali; e una serie di Paesi che stanno vivendo alte tensioni interne come l’Iran, tra autorità politico/religiose e la società civile; la Turchia e la Nigeria, che attendono le elezioni presidenziali. Tali attriti geopolitici, sommati alla nascita di nuovi poli economici, porteranno tensioni sul commercio globale, sulla scia della deglobalizzazione in corso.
L’attesa è per un rallentamento della crescita globale (56% degli operatori), in un contesto economico contrassegnato da incertezza e rapidi cambiamenti. L’indebolimento dell’economia è collegato sia al ritiro coordinato delle politiche accomodanti, sia a specifici rischi dei singoli Paesi. Gli operatori ritengono più probabile una lieve recessione in Europa (88%), che negli Usa (44%).
Dall’analisi degli outlook si nota una visione concorde degli asset manager, secondo cui il picco dell’inflazione è stato raggiunto nel 2022 e il rientro nel target del 2% non avverrà quest’anno, vedendo gli Usa precedere l’Europa. Più della metà (53%) degli operatori ritiene che l’inflazione resterà superiore all’obiettivo nel corso del prossimo triennio, e solo uno su cinque pensa che subirà una forte caduta avvicinandosi al 2%. Anche rispetto all’andamento dei tassi gli asset manager associati prevedono una loro risalita nel corso del 2023 (il picco della Fed è in un range tra il 5 e il 5,5%, mentre quello della Bce tra il 3,3 e il 4%). Troviamo invece opinioni divergenti sul rientro della stretta monetaria: poco meno della metà (47%) ritiene che l’azione restrittiva terminerà entro la prima metà dell’anno, il 20% pensa invece che dovremo attendere almeno il prossimo anno. Una volta terminata l’azione restrittiva, Fed e Bce manterrebbero i tassi fermi, valutando la tenuta della crescita. Nello scenario più roseo l’evoluzione del ciclo economico globale potrà assumere la forma di lieve rallentamento, scongiurando una recessione. Una frenata brusca dell’economia è comunque un’eventualità da monitorare e avrebbe, come probabile ammortizzatore, un atteggiamento di politica monetaria nuovamente accomodante.

Le scelte di portafoglio
Le direttrici che guideranno la strategia d’investimento saranno cautela e qualità, con un occhio di riguardo ai megatrend di lungo termine. Date le prospettive incerte, il portafoglio di inizio anno degli asset manager associati è difensivo, ma pronto ad adattarsi ai cambiamenti che interverranno durante il 2023. In linea generale c’è accordo su un ritorno dell’obbligazionario, con forte interesse verso i titoli governativi (soprattutto Usa) e i titoli corporate investment grade, mentre rimane incerto il contesto per gli high yield. La possibilità che i mercati siano volatili, soprattutto nella prima parte dell’anno, porta ad un orientamento prevalente sul comparto azionario votato alla cautela, in attesa che le valutazioni riflettano il rallentamento economico: vengono preferiti i titoli value rispetto a quelli growth. I private market rimangono fonte di opportunità, in particolare per infrastrutture e private debt, ma con un approccio selettivo. Invece, la view sulle materie prime è frammentata e le principali incertezze si legano alla riduzione delle misure anti Covid in Cina e all’evolversi della crisi energetica europea. Passando alle valute, il dollaro va monitorato e sottopesato, mentre sulle restanti la view è neutrale. Dalla mappatura degli outlook si rileva, infine, che nei prossimi anni le maggiori opportunità si potranno trovare nell’obbligazionario high yield, nell’azionario growth, nel private equity e nel settore immobiliare.
In termini di aree geografiche, il protrarsi dell’instabilità fa sì che prevalgano outlook piuttosto neutri, in cui i mercati emergenti sembrano offrire il maggior valore (Asia con India e Indonesia, America Latina con Brasile, Messico e Colombia). Su base settoriale l’attenzione è per le tematiche di lungo periodo, come energia, infrastrutture, healthcare e tech, in cui gli investimenti continueranno a crescere indipendentemente dalle condizioni di mercato contingenti.
La mappatura degli outlook evidenzia, infine, che un fattore determinante per la costruzione di una strategia d’investimento sta nell’individuare in anticipo i potenziali cambiamenti strutturali nell’economia mondiale, investendo nelle trasformazioni in corso che influenzano trasversalmente geografie, settori e tutti gli aspetti dell’economia. Tra questi megatrend d’investimento troviamo l’andamento demografico e i cambiamenti sociali, la deglobalizzazione e il cambiamento degli equilibri economici, il cambiamento climatico, la transizione energetica e quella tecnologica.

Il ruolo della consulenza Private
L’insieme di tutti questi elementi rende evidente che ci troviamo davanti ad uno scenario molto diverso da quello prevalente anche solo un anno fa. Secondo il Presidente di AIPB Andrea Ragaini, “si è venuto a creare un nuovo regime in cui la geopolitica aumenta il proprio peso nei mercati finanziari e nelle decisioni di politica monetaria, risultando difficilmente prevedibile. Le strategie di portafoglio sono soggette a frequenti cambiamenti tattici a seconda dell’evoluzione della crescita economica, dell’inflazione e della politica monetaria. Vi è consenso sulla direzione di alcune variabili cruciali ma non sul loro timing. Al richiamo alla prudenza si associa la rapidità di aggiustamento nelle scelte di investimento, che devono essere guidate dalla ricerca della qualità e da una selezione di titoli e settori non scontata”.
“In questo quadro risulta evidente il ruolo della consulenza professionale, e soprattutto di quella Private, che deve monitorare e adattare rapidamente le scelte di investimento a uno scenario in rapido cambiamento. Un’attività che viene agevolata dalla frequenza degli incontri tra consulente e cliente che, grazie all’utilizzo di diversi canali, oggi ha raggiunto una media di 13 appuntamenti all’anno”, conclude Ragaini.
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