I mercati avevano appena iniziato a adattarsi alla guerra ucraino/russa quando i terribili sviluppi in Medio Oriente hanno ricordato agli investitori con quale rapidità possa sopraggiungere una crisi geopolitica. Il conflitto a Gaza arriva in un momento in cui le economie appaiono vulnerabili. A evidenziarlo è la Strategy Unit di Pictet Asset Management, la quale ritiene che gli Stati Uniti siano sul punto di rallentare in modo significativo per via delle ripercussioni sui consumatori degli aumenti dei tassi della Federal Reserve statunitense, mentre per quanto sembri che l'economia cinese abbia ormai toccato il fondo, il sentiment a riguardo resta poco costruttivo.
"In Europa la ripresa tarda ad arrivare: di conseguenza, manteniamo una posizione neutrale sulle azioni. Le valutazioni azionarie sono forse più appetibili dopo la recente contrazione del mercato, e gli utili societari appaiono resilienti per il momento; tuttavia, la crescita economica modesta non incentiva all'acquisto. La nostra posizione difensiva è rafforzata dalla scelta di sovraponderare le obbligazioni.
"Quest'anno i mercati del reddito fisso hanno subìto importanti scossoni, e la prospettiva di un aumento dell'offerta di titoli di Stato è motivo di preoccupazione, visti i deficit consistenti del settore pubblico, in particolare negli Stati Uniti. Tuttavia, con le obbligazioni che offrono i rendimenti più interessanti da molti anni a questa parte (a ottobre, i Treasury Usa a 10 anni hanno toccato il 5%, con rendimenti reali ai massimi da decenni) e un probabile rallentamento sia della crescita sia dell'inflazione, continuiamo a mantenere un sovrappeso sul reddito fisso. I nostri indicatori di ciclo economico mostrano economie dei mercati emergenti ancora resilienti e mercati sviluppati in rallentamento. Tra questi, l'Eurozona ha prospettive migliori rispetto agli Stati Uniti, sebbene per entrambi la crescita sia inferiore al potenziale", spiegano gli esperti di Pictet AM.
La previsione della Strategy Unit è che l'economia statunitense rallenti ben al di sotto del potenziale e del tasso di espansione attuale (1,9%), con anche l'Eurozona sottotono, in particolare i Paesi dipendenti dal settore manifatturiero. Tuttavia, la situazione dovrebbe migliorare con la lenta ripresa della Cina: "Il Giappone rimane l'unica nota positiva nel mondo sviluppato: riteniamo che sia l'unica grande economia sviluppata con una crescita nel 2024 superiore al potenziale. Al momento, la spesa dei consumatori è robusta, mentre le riforme della governance in tutto il settore societario contribuiscono ad attrarre capitali stranieri. Le condizioni di liquidità restano differenziate in tutto il mondo: Stati Uniti ed Europa sono in una fase restrittiva, mentre in Giappone vediamo (per il momento) l'opposto. Gli stimoli offerti dalla Cina restano modesti".
I parametri di valutazione di Pictet AM danno chiaramente la preferenza alle obbligazioni rispetto alle azioni, non da ultimo grazie al recente balzo dei rendimenti. "Negli Stati Uniti le azioni sono molto più costose delle obbligazioni: per la prima volta dal 2001, il rendimento azionario degli utili a 12 mesi è inferiore al tasso dei Fed Funds e il divario tra il rendimento degli utili e il rendimento obbligazionario reale è inferiore al 2%. Uno scenario di questo genere ha avuto luogo solo quattro volte negli ultimi cinquanta anni", prosegue l'analisi, che indica inoltre che la combinazione di nuovi conflitti in Medio Oriente e guerra in corso in Europa accresce l'incertezza per gli investitori, già preoccupati dal fatto che i tassi d'interesse possano rimanere elevati ancora a lungo.
"In tali condizioni, la scelta migliore per gli investitori sarebbe detenere i classici "titoli di qualità" di aziende a elevata redditività, con utili ben prevedibili e bassa leva finanziaria. Negli ultimi due anni, la performance di queste azioni è stata superiore a quella delle loro controparti growth, sensibili ai movimenti a rialzo e ribasso del ciclo economico. I titoli svizzeri dovrebbero pertanto rivelarsi interessanti nei prossimi mesi, poiché il Paese ha la quota più alta di titoli difensivi (e quasi tutti di qualità) tra tutte le economie principali. Manteniamo un sovrappeso anche sulle azioni giapponesi: molte aziende del Sol Levante beneficiano della forte dinamica degli utili, da cui ci attendiamo una crescita di mercato di poco superiore al 10%, la più alta tra tutte le economie sviluppate e paragonabile al ritmo che ci aspettiamo dai mercati emergenti. Siamo inoltre entusiasti delle nuove misure volte a migliorare la corporate governance in Giappone. La nostra sovraponderazione delle economie emergenti (Cina esclusa) rimane invariata poiché queste hanno prospettive di crescita migliori rispetto alle loro controparti sviluppate", analizzano ancora gli esperti della Strategy Unit di Pictet AM.
"Siamo meno positivi sui titoli dell'Eurozona. Le prospettive di crescita della regione rimangono deboli, ed è probabile che la politica della Banca Centrale resti aggressiva a causa della pressione al rialzo sui prezzi dovuta alla forte crescita salariale. Allo stesso tempo, i margini di profitto delle aziende europee appaiono vulnerabili. Per quanto riguarda i settori, sovrappesiamo l'energia, una mossa difensiva alla luce dell'aumento delle tensioni geopolitiche", riflettono ancora gli esperti di Pictet AM, che poi concludono: "È evidente che i consumatori, in particolare quelli statunitensi, stiano spendendo i risparmi accumulati durante la pandemia a un ritmo più rapido di quanto pensassimo in precedenza, il che suggerisce, a tendere, un calo della spesa al dettaglio. Continuiamo a mantenere una posizione di sovrappeso nei servizi di comunicazione. Il settore offre esposizione ad aziende dai bilanci solidi e negoziate a valutazioni ragionevoli. Per contro, rimaniamo neutrali nei confronti del settore della tecnologia. Gli utili delle grandi aziende tecnologiche sono stati, in parecchi casi, deludenti: sebbene il settore sia sostenuto da forti tendenze secolari (come il crescente utilizzo dell'Intelligenza Artificiale), è difficile vedere sorprese al rialzo".