"I risultati annuali mostrano chiaramente che le obbligazioni societarie subordinate, i cosiddetti ibridi, hanno registrato un altro anno positivo", esordisce Daniele Paglia, gestore del fondo Swisscanto Bond Fund Responsible Corporate Hybrid di Swisscanto Asset Management, che prosegue: "Negli ultimi dodici mesi, il segmento degli ibridi societari ha registrato un'ottima performance, pari a circa il 13,96% (indice ICE BofA Global Hybrid Non-Financial Corporate TR, constrained 3% per Issuer, con copertura in euro). Si tratta di un ritorno quasi doppio rispetto alle obbligazioni corporate che nello stesso periodo hanno ottenuto il 7,24% (indice ICE BofA Euro Corporate, con copertura in euro)".
Ritorni significativamente maggiori
Come evidenzia Paglia, "i buoni risultati degli ibridi sono dovuti a una serie di fattori. Da un lato, il rendimento attuale più elevato di circa 1,5 punti percentuali rispetto alle obbligazioni tradizionali ha avuto un effetto positivo, misurato dallo yield to worst dell'indice di categoria rispetto a quello delle obbligazioni corporate. Anche il restringimento di 22 punti base dei credit spread nel debito subordinato ha dato un forte impulso. Da aggiungere inoltre che la performance degli ibridi è stata ottenuta nonostante i forti movimenti dei tassi di interesse degli ultimi 12 mesi, registrando una volatilità nettamente inferiore rispetto all'indice ICE BofA Euro Corporate. Questo grazie alla minore sensibilità ai tassi d'interesse del segmento ibrido. Oltre a questi fattori, il mercato delle obbligazioni societarie subordinate ha visto diversi sviluppi interessanti che daranno forma al segmento nei prossimi anni. Uno è l'impatto del boom dell'intelligenza artificiale e della transizione energetica sul settore delle utility. In aggiunta, le condizioni precedentemente sfavorevoli per le vendite di auto ibride negli Stati Uniti sono migliorate in modo significativo. Questi due sviluppi meritano un'analisi più approfondita", precisa Paglia.
Il boom dell'AI e la transizione energetica mettono le utility in difficoltà
"Il rapido progresso dell'intelligenza artificiale non ha rivoluzionato solo l'industria tecnologica, ma sta avendo un profondo impatto anche su altri settori, in particolare quello energetico", sottolinea il gestore di Swisscanto, che continua: "La crescente richiesta di potenza di calcolo per le applicazioni AI ha infatti portato a un enorme aumento della domanda di energia, in particolare a causa della crescita dei data center. Questi costituiscono la spina dorsale dell'infrastruttura AI e richiedono enormi quantità di elettricità per elaborare e archiviare le grandi quantità di dati. Di conseguenza, le utility statunitensi, come Dominion Energy e CenterPoint Energy, si trovano a dover far fronte a una crescente domanda di energia. Secondo l’Edison Electric Institute, l'investimento richiesto potrebbe superare i 400 miliardi di dollari entro il 2026. E non è tutto. Oltre all'enorme domanda di applicazioni AI, la transizione energetica verso le fonti di energia rinnovabile, come il solare e l'eolico, richiederà alle utility di investire pesantemente in nuove capacità e in aggiornamenti delle infrastrutture esistenti".
Una via di mezzo tra azioni e obbligazioni
Per Paglia, "questi sviluppi evidenziano l'urgente necessità per le utility di raccogliere capitali. Un modo sarebbe quello di emettere azioni supplementari, ma non sembra un’opzione realistica a causa dei costi elevati che comporta. In alternativa, le società potrebbero finanziare gli investimenti emettendo nuove obbligazioni. Ma questo aumenterebbe però in modo significativo la leva finanziaria, con conseguenze negative per il merito creditizio. Poiché gli ibridi societari presentano caratteristiche sia di debito sia di capitale, questi titoli rappresentano un'interessante soluzione per le società alla ricerca di un'opzione di finanziamento flessibile. Non è una coincidenza che gli ibridi societari facciano ormai parte del kit standard di finanziamento corporate in Europa. Gli investitori li apprezzano come classe di attività perché offrono rendimenti significativamente più elevati rispetto alle obbligazioni societarie tradizionali e anche gli elevati rating di credito sono interessanti. Negli Stati Uniti questa tipologia di titoli non è stata molto utilizzata a causa di condizioni sfavorevoli, ma la situazione è cambiata in modo significativo dall'inizio del 2024", afferma il gestore.
Gli ibridi statunitensi appaiono molto più attraenti
"La modifica della metodologia di rating da parte di Moody's, lo scorso febbraio, ha svolto un ruolo fondamentale e ha reso il finanziamento ibrido aziendale molto più interessante negli Stati Uniti", spiega Paglia. "La combinazione tra le elevate esigenze di investimento e la modifica della metodologia di rating ha già avuto un primo impatto: secondo Bloomberg, le utility statunitensi hanno raccolto circa 18 miliardi di dollari attraverso l'emissione di debito subordinato nel 2024, nove volte l'importo raccolto nell'anno precedente. Uno sguardo al Vecchio Continente mostra il potenziale che il cambio di regime potrebbe offrire in futuro. Gli ibridi societari europei hanno una struttura in gran parte uniforme, il che offre chiari vantaggi sia agli investitori sia agli emittenti. Questo ha contribuito alla rapida crescita della classe di attività negli ultimi 15 anni, come evidenziato nel grafico sottostante. Riteniamo che l'adeguamento della metodologia di rating di Moody's possa portare allo sviluppo di un mercato standardizzato negli Stati Uniti, molto simile al modello europeo e quindi più favorevole agli investitori", sottolinea Paglia.
Si prevede un contesto favorevole
Finora il mercato degli ibridi societari è stato fortemente dominato dagli emittenti europei ma, secondo Paglia, "con la crescente partecipazione di società statunitensi, il segmento si espanderà geograficamente e si diversificherà. Prevediamo che in futuro le aziende statunitensi di settori diversi dalle utility, utilizzeranno questo strumento per implementare in modo efficiente i propri programmi di investimento. Il primo esempio è stata l'azienda statunitense CVS Health, nel settore sanitario, che lo scorso 3 dicembre ha emesso due ibridi. Di conseguenza, è probabile che la percentuale di obbligazioni denominate in dollari Usa nell'universo degli ibridi societari aumenti in modo significativo, un altro vantaggio per la diversificazione dal punto di vista dell'investitore. L'ingresso di emittenti statunitensi attirerà probabilmente un'ulteriore domanda di investitori a livello globale. Dato che la domanda di obbligazioni ibride supera già in modo significativo l'offerta, prevediamo che per il prossimo anno il contesto per questo segmento d'investimento rimarrà favorevole", conclude Paglia.