"Durante il suo primo mandato, Donald Trump ha relegato in secondo piano le politiche climatiche, ridotto i sussidi per l'energia e ritirato gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi. Per il suo secondo mandato ha promesso di porre fine ai progetti di energia eolica offshore "il primo giorno", ha definito il Green New Deal "la più grande truffa della storia" e, nel suo messaggio di Natale 2023, ha augurato ai sostenitori dei veicoli elettrici di "marcire all'inferno". Questi segnali non sono certo di buon auspicio per le strategie a impatto e ESG, molte delle quali già cominciano a registrare perdite per il medio periodo". A metterlo in luce sono Sacha El Khoury, Head of Impact Equities, e Antonia Stirling, Co-Head of Stewardship di Artemis, che si chiedono quindi, con queste premesse, perché gli investitori ESG non si rassegnino e accettino che l’unico modo per investire in modo proficuo sia quello di non preoccuparsi per l’umanità o per il pianeta.
La risposta, per i due esperti di Artemis, è perché si tratta di fake news, bufale: "Effettivamente, la tentazione di raggiungere conclusioni su interi settori sulla base di alcuni avvenimenti che conquistano i titoli di testa dei giornali è forte ma è anche vero che tali avvenimenti spesso finiscono per non influire granché sulle performance. L’impatto di Trump sulle strategie di sostenibilità durante il suo primo mandato ne è la prova più lampante. Nei quattro anni in cui Trump è stato Presidente, i settori idrico, dell’energia pulita e dei veicoli elettrici hanno sovraperformato gli indici MSCI ACWI e S&P 500. Inoltre, nonostante il mantra di Trump assurto a programma politico ("drill baby, drill") che invitava a perforare pozzi di petrolio a più non posso, il settore oil&gas negli Usa ha perso più del 50% in termini reali a fronte di un rialzo del mercato pari a più del 50%".
El Khoury e Stirling sottolineano infatti che, anche se in quel particolare momento storico l’inflazione e i tassi di interesse non erano un fattore di rilievo, invece di basare le loro decisioni di investimento su titoli urlati o sopra le righe, gli investitori devono fare attenzione alle dinamiche economiche alla base delle performance, fra cui rientrano sicuramente i livelli di valutazione, in quanto indicatori della misura in cui le cattive notizie sono incorporate nel prezzo delle azioni. Ci sono diverse aree a cui gli investitori sostenibili presteranno particolare attenzione durante il secondo mandato di Trump.
“La follia delle auto elettriche!”
Tanto per cominciare, nell'analisi di El Khoury e Stirling, le società di “mitigazione”, vale a dire le aziende che affrontano le cause alla radice del cambiamento climatico (principalmente attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra), probabilmente riceveranno meno sussidi negli Usa nei prossimi 4/5 anni: "Riguardo ai veicoli elettrici, per esempio, Trump forse taglierà i crediti d’imposta (attualmente di importo pari fino a 7.500 dollari per veicolo) e altri incentivi, riducendo la domanda. Il settore automobilistico statunitense sicuramente sarà penalizzato, con la possibile eccezione di Tesla, che è posizionata nel mercato in modo tale da risultare vincente grazie a minori costi di produzione, alle particolari competenze tecnologiche sviluppate nell’ambito del settore dei veicoli elettrici e ad un Ceo, Elon Musk, che ha un rapporto insolitamente privilegiato con la Casa Bianca. Per quanto riguarda i fornitori di energia rinnovabile, la riduzione dei sussidi metterà in difficoltà le aziende che fanno affidamento sui crediti d'imposta federali. I parchi eolici offshore, che si trovano prevalentemente negli Stati del nord est a maggioranza democratica, saranno probabilmente i più colpiti".
Non tutte le notizie, però, sono negative. Per i due esperti di Artemis, l'energia solare e l'eolico onshore potrebbero rimanere competitivi, mentre l'idrogeno verde gode del sostegno del settore energetico tradizionale e delle aree a maggioranza repubblicana. "Ci sono anche numerose dinamiche contrastanti in atto: con una tendenza alla deregolamentazione da parte di tutte le forze politiche, sarà forse ancora possibile fare ancora un costruttivo passo avanti nella transizione energetica, rendendo più semplice e rapida la realizzazione dell’infrastruttura di rete. Anche una riforma del processo di rilascio dei permessi potrebbe consentire di rimuovere i colli di bottiglia", osservano l'Head of Impact Equities e il Co-Head of Stewardship di Artemis, aggiungendo: "La resilienza e l'affidabilità della rete sono temi che godono di un sostegno bipartisan e alcune tecnologie di “mitigazione”, come le batterie, continueranno a trarre vantaggio da una domanda strutturale. Le società sono impegnate a portare avanti le loro politiche ESG. La forte domanda di energia pulita è alimentata dalla crescita sostenuta del settore tecnologico, che ha preso impegni ambiziosi nel campo della sostenibilità. Anche le multinazionali statunitensi dovranno adeguarsi alle normative dei vari paesi in cui operano".
Inoltre, "molti Stati (come la California e New York) sono comunque fermi nel loro proposito di realizzare gli obiettivi di zero netto (come fecero durante il primo mandato di Trump), continuando ad offrire opportunità nelle rinnovabili e nell’ambito dell’efficienza energetica. Mentre l’uscita degli Usa dall’Accordo di Parigi occupa i titoli di testa i primi giorni, gli altri Paesi continueranno a perseguire i loro piani di decarbonizzazione. Il Giappone, per esempio, ha una politica climatica da 1.000 miliardi di dollari che farà da volano alla crescita economica".
“Preparate il mocio e i secchi!”
El Khoury e Stirling ricordano poi come nel 2020 Trump deridesse con un tweet l’idea di costruire un muro per proteggere New York dall’innalzamento del livello del mare: “Spiacente, mi sa che dovrete preparare il mocio e i secchi!” e, secondo loro, questo atteggiamento è indicativo delle opportunità che si manifesteranno negli Usa nei prossimi anni per gli investitori orientati alla sostenibilità.
I due esperti di Artemis analizzano infatti che un minore sostegno alle attività di “mitigazione” si tradurrà inevitabilmente in un aumento delle esigenze di “adattamento” determinato dall’aggravarsi degli effetti climatici estremi, portando quindi in primo piano i settori che affrontano le conseguenze, per esempio, di inondazioni e di un aumento delle temperature soprattutto rendendo il sistema più resiliente:
- ripristino danni da calamità: "L'obbligo del governo federale di rispondere a uragani, inondazioni e incendi boschivi garantisce una domanda sostenuta di soluzioni di adattamento. Questo significa anche opportunità per gli assicuratori specializzati, i sistemi di allerta precoce e la mappatura dei rischi. A trarre vantaggio potrebbero essere anche gli investimenti nelle infrastrutture, che hanno svolto un ruolo non secondario nel corso del primo mandato di Trump", spiegano;
- acqua: "Le reti idriche Usa perdono già 2.000 miliardi di galloni di acqua potabile trattata ogni anno. Eventi meteorologici estremi come le inondazioni rendono un’infrastruttura idrica già vecchia ancora più vulnerabile, evidenziando l'urgente necessità di investimenti", osservano El Khoury e Stirling;
- approvvigionamento alimentare: "La sicurezza alimentare è una priorità per la salute pubblica. Soluzioni tecnologiche come l'agricoltura di precisione, il monitoraggio intelligente e i fertilizzanti svolgeranno un ruolo cruciale nel garantire la resilienza dell'agricoltura, dato che gli eventi climatici estremi diventano sempre più frequenti", mettono ancora in luce i due esperti.
"Una grande e gloriosa vittoria!"
"Sebbene le opportunità offerte da alcune delle società di mitigazione operanti nei settori menzionati siano aumentate dopo le elezioni, in molti casi i prezzi delle azioni sono scesi a causa del pessimismo nei confronti di qualsiasi società legata alla sostenibilità", prosegue la disamina dell'Head of Impact Equities, e del Co-Head of Stewardship di Artemis, che infine concludono: "Tanto rumore ha creato tanta volatilità nei mercati e le basse valutazioni delle società innovative legate a temi di crescita a lungo termine dovrebbero stuzzicare l’interesse di ogni gestore attivo di fondi. Come si può definire l’orientamento di una persona disposta a lasciar perdere un intero settore in base ad un atteggiamento del nuovo presidente che non si tradurrà necessariamente in un’azione politica? In questo caso, forse in maniera un po’ giocosa, si potrebbe far ricorso ad un’espressione che il Presidente stesso ama usare: “Sbagliato!”".