Ci troviamo in uno scenario economico eccezionale, in cui il breve termine si ricongiunge al lungo termine. È la considerazione base da cui prende le mosse l'analisi dello scenario economico da parte di Carmignac, che festeggia 35 anni di gestione attiva guardando al futuro.
In particolare, Frédéric Leroux, Head of Cross Asset e Fund Manager di Carmignac, ha riepilogato i principali provvedimenti economici presi dall'Amministrazione Trump, tra cui i dazi applicati all'Unione Europea a partire dal 2 aprile, spiegando che l'effetto principale è stato "rendere grande il resto del mondo: l'Europa sta prendendo contromisure per essere protagonista della crescita globale e rendersi sempre più indipendente dagli Stati Uniti. ".
Negli Usa, per Leroux, il fattore che finora ha stimolato la crescita, ossia l'eccesso di risparmio delle famiglie post Covid, non funziona più e le prospettive economiche del Paese si stanno deteriorando: "Le misure che inducono stagflazione predominano sulle iniziative che favoriscono la crescita, i dazi creano un clima tossico di incertezza sui mercati e sull'economia reale e i tagli selvaggi alla spesa creano rischi legati a uno shock di austerità".
In risposta, la Germania ha avviato uno storico piano per liberare risorse per investimenti con lo scopo di interrompere anni di stagflazione, ponendo fine alla propria ortodossia fiscale. L'intera Europa, per Carmignac, è gravata da rischi commerciali, in particolare proprio Paesi esportatori come Germania e Italia, situazione ulteriormente complicata dal fatto che i vari Stati, secondo i piani dell'UE, dovranno allocare maggiori risorse in progetti legati alla difesa e dovranno puntare su misure che incentivino la crescita, anche a costo di un aumento dell'inflazione, per non compromettere la tenuta dei bilanci pubblici.
Leroux ha inoltre indicato un altro cambiamento storico di rotta, che riguarda però la Cina: "Il Dragone, minacciato dai dazi doganali, non può più basarsi solamente sulle esportazioni per supportare la crescita e rivolge ora la propria attenzione su misure legate ai consumi interni. Non era mai successo: il grosso delle risorse erano sempre state destinate a investimenti, non c'era mai stato bisogno di alcuno stimolo alla crescita".
Tutte queste dinamiche di breve termine, per Carmignac, generano dei motivi strutturali per un aumento dell'inflazione, come costi elevati della transizione energetica, demografia meno asfittica, e fine della "pax americana". "Di conseguenza, i vincitori di ieri possono diventare i perdenti di oggi, come testimonia il ritorno di appeal del settore industriale europeo, visto che ora c'è bisogno di produrre per supportare la crescita. Assisteremo anche al ritorno della ciclicità sui mercati azionari e l'inflazione, che è inversamente correlata al mercato azionario, sarà ancor di più la bussola di ogni gestore attivo", ha osservato Leroux, secondo cui sui mercati potrebbe essere iniziata la "grande rotazione", con sottoperformance degli asset in dollari e ripresa di "old economy" europea, Cina e mercati emergenti.
Anche Aymeric Guedy, Fund Manager e Analyst, è partito dal "risveglio" dell'Europa, ritenendo cruciale implementare il Rapporto Draghi e puntare su investimenti continui ed Eurobond: "Questa deglobalizzazione comporta una spesa maggiore, e quindi un aumento delle emissioni obbligazionarie, trend che, insieme al contesto di tassi higher for longer, è vantaggioso per gli investitori fixed income. Questo scenario è positivo per l'Italia, che però ha un margine di manovra molto ridotto a causa del suo elevato debito pubblico. Sui Btp italiani siamo cauti, ma puntiamo sui titoli corporate, che vantano ottimi fondamentali e spread ridotto, come ad esempio nel settore finanziario".
Pierre Verlè, Head of Credit, Co-Head of Fixed Income, Fund Manager, si è invece soffermato sui driver idiosincratici che traineranno la performance del credito, tra cui l'aumento dei tassi di default, che determinnoa opportunità tattiche e un aumento dei premi per il rischio e la complessità. Tra i principali temi d'investimento evidenziati da Carmignac, Verlè ha menzionato titoli finanziari, energia e CLO (come copertura contro l'aumento di tassi e default), oltre a opportunità specifiche connesse a potenziali equivoci sui mercati e/o a premi sulla complessità. "La gestione di Carmignac, attraverso il fondo Carmignac Portfolio Credit, è basata su convinzioni e combina il meglio di entrambe le categorie investment grade e high yield", ha concluso Verlè.