In un contesto segnato da tensioni geopolitiche, trasformazioni strutturali e inflazione persistente, gli investitori istituzionali si pongono una domanda cruciale: come stabilizzare i portafogli senza rinunciare al potenziale di rendimento a lungo termine? “In scenari di elevata volatilità e incertezza politica, diventano fondamentali driver di rendimento stabili. Questo spiega perché molti investitori stanno incrementando le allocazioni verso gli asset alternativi. L'obiettivo è costruire portafogli resilienti attraverso strategie consolidate e una diversificazione ben strutturata”, afferma Matthias Reicherter, Managing Partner & Chief Investment Officer di Golding Capital Partners, che prosegue: “I quattro grandi temi strutturali (deglobalizzazione, decarbonizzazione, digitalizzazione e demografia) restano centrali per gli investimenti. Tuttavia, una quinta "D" sta assumendo crescente rilevanza: la diversificazione. Non più solo uno strumento di difesa contro il rischio, essa diventa fonte di rendimento per garantire resilienza nel lungo periodo”.
La chiave per la resilienza del portafoglio
Secondo Reicherter, “le strategie dei mercati privati, come buyout, infrastrutture e credito privato, svolgono un ruolo strategico nei portafogli istituzionali, soprattutto nel contesto attuale. Offrono accesso a strategie differenziate, co investimenti, segmenti di nicchia e società non quotate. La selezione mirata da parte di gestori specializzati consente di sfruttare opportunità di creazione di valore in diverse aree geografiche, settori e fasi di sviluppo aziendale. Per le strategie di buyout, settori come tecnologia e software, healthcare e servizi B2B risultano particolarmente attraenti, in quanto affrontano direttamente i driver sottesi ai quattro grandi temi. Inflazione, rialzo dei tassi e dinamiche demografiche spingono gli investitori ad implementare portafogli che puntino a conseguire rendimenti reali interessanti. Una strategia diversificata, che tenga conto di fattori di breve e lungo termine, resta cruciale per soddisfare gli impegni finanziari e cogliere le opportunità offerte dal cambiamento strutturale”.
Mercati privati: oltre il rendimento e il rischio
“I mercati privati aiutano a stabilizzare i portafogli nei momenti critici, migliorandone i rendimenti complessivi, riducendone la volatilità e rafforzandone la resilienza”, sottolinea Reicherter. “Le basse correlazioni con i mercati pubblici rappresentano un'ancora di stabilità, offrendo protezione nei momenti di turbolenza. Oltre al rendimento e al rischio, la gestione della liquidità sta assumendo un’importanza crescente. Il mercato secondario e i fondi di secondario consentono oggi un accesso più flessibile al capitale. Inoltre, da un punto di vista normativo, i mercati privati offrono un vantaggio particolare: i rendimenti diversificati e corretti per il rischio aiutano gli investitori istituzionali a rispettare i requisiti regolamentari, come quelli previsti da Solvency II o CRR III”.
La diversificazione come chiave strategica della resilienza
Oggi le asset class tradizionali, come i titoli di Stato, stanno vivendo una sorta di rinascita. “Tuttavia, la domanda centrale è: questo riduce il ruolo degli investimenti alternativi?”, afferma Reicherter. “Un confronto delle performance negli ultimi due anni evidenzia la sovraperformance di private credit, infrastrutture e buyout rispetto alle obbligazioni corporate Usa, anche in un contesto di tassi più elevati. Solo i mercati azionari hanno avuto performance comparabili, ma con maggiore volatilità. Il private credit, ad esempio, offre copertura naturale contro i movimenti dei tassi grazie alle strutture a tasso variabile; i fondi infrastrutturali beneficiano di ricavi indicizzati all'inflazione; mentre i fondi di buyout permettono ristrutturazioni anche in contesti complessi. Per queste ragioni i mercati privati restano componenti fondamentali nei portafogli istituzionali”, evidenzia l’esperto di Golding Capital Partners.
“La scelta della struttura d’investimento (investimenti diretti, fondi target o strategie multi-manager) è un altro elemento strategico. I fondi multi-manager nei segmenti buyout, infrastrutture e private credit possono ridurre la volatilità trimestrale fino al 90% rispetto ai singoli fondi, garantendo performance più stabili e un rischio di perdita contenuto”, afferma Reicherter. Uno studio sull’asset allocation strategica condotto da Golding dimostra come allocazioni mirate ai mercati privati migliorino la qualità del portafoglio anche in presenza di vincoli normativi. “Le classi di attivo infrastrutture e private credit si distinguono per l'efficacia nel ridurre la volatilità e migliorare il rendimento corretto per il rischio. In sintesi, la diversificazione nei mercati privati non è solo una risposta all'incertezza, ma una leva strategica per la costruzione di portafogli solidi e orientati al lungo termine”, conclude Reicherter.