L’aumento dell’azionario europeo nei portafogli è una scelta strategica con orizzonte di medio / lungo periodo, volta ad abbassare il rischio, aumentare il rendimento e ottenere quindi portafogli con uno Sharpe ratio più elevato. Il momento, inoltre, è propizio per incrementare l’investimento nell’immobiliare, reduce da periodi difficili ma pronto al rimbalzo, nonché nelle infrastrutture, in un quadro di crescita moderata e inflazione persistente. Questo messaggio è emerso dall’incontro con la stampa organizzato da UBS Asset Management, durante il quale Alessio Rizzi, Research Analyst, Active Multi-Asset, UBS Asset Management e Giacomo Cristofori, Head of Southern Europe, Real Assets Investment Sales Specialists, Unified Global Alternatives, UBS Asset Management, hanno illustrato le aspettative nelle proprie aree di competenza.
Rizzi ha messo in evidenza l’aspettativa positiva sull’Europa, guidata prevalentemente da quattro catalyst: l’aumento della spesa per la difesa, lo stimolo fiscale tedesco, la possibile fine della guerra in Ucraina e la necessita di maggiore indipendenza dagli Stati Uniti causa scenario incerto dovuto ai dazi. Tutto questo fa sì, secondo Rizzi, che l’Europa possa registrare un cambio di passo che potrebbe portare a ridurre il gap di prospettive di crescita rispetto agli Stati Uniti. Nell’azionario, la correlazione tra aree geografiche sta diminuendo e in un portafoglio tradizionale 60/40, l’aumento del peso dell’azionario europeo, a scapito o dell’azionario Usa o dell’obbligazionario, potrebbe portare a un aumento di rendimento e a un abbassamento del rischio, permettendo così di ottenere uno Sharpe ratio più elevato.
Oltre all’Europa, poi, gli investitori dovrebbero considerare l’investimento nell’immobiliare e nelle infrastrutture, in proporzioni ovviamente che dipendono dagli obiettivi dell’asset allocation e della propensione al rischio. L’immobiliare, secondo Cristofori, sarebbe pronto a una ripartenza e potrebbe avere di fronte a sé un ciclo positivo atteso dai tempi della crisi finanziaria. L’immobiliare, in effetti, viene da due anni, il 2023 e il 2024, piuttosto complicati in cui l’asset class ha pagato l’aumento dei tassi di interesse. L’avvicinarsi della fine del ciclo dei ribassi, oggi, ha cambiato lo scenario, e Cristofori vede opportunità nella logistica e nel residenziale, soprattutto al di fuori dell’Italia dove il mercato delle locazioni è molto più sviluppato. Altri settori, come quelli degli uffici periferici, sono invece da evitare. Il contesto è inoltre favorevole per le infrastrutture, che beneficiano dell’inflazione, mostrando un potere contrattuale molto elevato che porta a trasferire gli aumenti dei prezzi ai clienti in modo rapido. Le infrastrutture, poi, si legano bene a temi e trend attuali, come quelli della decarbonizzazione, della digitalizzazione e della deglobalizzazione.