LA DIVERSIFICAZIONE È CRUCIALE IN UN CONTESTO INSTABILE J.P. Morgan AM ricorda i benefici degli investimenti alternativi in caso di inflazione
07/07/2025 L'Esperto dice...

In un contesto instabile, la diversificazione è cruciale. L’incertezza attuale nasce soprattutto dalle politiche statunitensi, che potrebbero portare a scenari anche diversi tra loro e nei quali sarà importante essere coperti. In particolare, se il risultato delle politiche doganali fosse quello di portare inflazione, come segnalano le aspettative, allora bisognerebbe tener conto anche dell’inserimento degli investimenti alternativi nei portafogli, in particolare i real asset, che ben si comportano come visto di recente nel 2022.
A delineare l’outlook per i prossimi sei mesi è Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan AM, che nel corso di una presentazione per la stampa ha esaminato gli elementi che hanno portato alla situazione attuale. Partendo proprio dai dazi, con il livello delle tariffe al centro delle attenzioni e su livelli correnti elevati come non si vedevano da decenni. Le tariffe, del resto, servono come contrappeso alla politica fiscale espansiva appena varata tramite il One Big Beautiful Bill, secondo Toschi, che ha aggiunto di aspettarsi che i dazi doganali resteranno su livelli sostenuti proprio per far fronte a spese previste al rialzo in modo stabile nei prossimi anni. In questo scenario, le famiglie e le imprese sono in una situazione di attesa e gli indicatori al ribasso delle spese solitamente anticipano di qualche mese dati economici in calo. A quanto ammonti questo calo, però, secondo Toschi è difficile definirlo e in ogni caso la casa americana non si aspetta una recessione nei prossimi mesi, perché la base di partenza dell’economia è piuttosto forte.
I mercati, piuttosto, sembra che stiano sottostimando i rischi inflattivi, già segnalati dai prezzi di input e output alla produzione in rialzo. È vero però che l’inflazione della componente dei servizi potrebbe calare ulteriormente e assorbire in parte l’aumento della componente dei beni di consumo. In questo contesto, l’Europa potrebbe vivere un momento positivo: innanzitutto ha un margine per la spesa fiscale notevole rispetto agli Stati Uniti, principalmente a causa delle politiche di bassa spesa pubblica mantenuta per anni da parte della Germania. In secondo luogo, le dichiarazioni in merito all’aumento della spesa per sicurezza e difesa potrebbero fungere da vero e proprio catalyst per un ritorno di interesse verso il Vecchio Continente e il mercato azionario. Inoltre, molti settori europei stanno ancora quotando a uno sconto molto elevato rispetto alle controparti statunitensi. Sempre sul fronte azionario, poi, Toschi ha sottolineato la view positiva sui Paesi emergenti, anche se in modo selettivo ed escludendo la Cina, sui cui prevale un’aspettativa neutrale. Nei bond, l’aspettativa di J.P. Morgan A.M. è positiva anche se ci sono delle osservazioni da fare. Innanzitutto, i mercati sono volatili ma i tassi decennali sono rimasti in un trading range per gli ultimi due anni. Il term premium negli Stati Uniti sta però crescendo, segnalando un irripidimento delle curve per effetto dell’aumento del rischio percepito nel lungo termine. Questo può rappresentare un rischio, ma anche l’opportunità di ottenere rendimenti elevati. Nel credito investment grade, invece, gli spread sono contenuti e dovrebbero essere supportati anche in futuro, a meno di una forte contrazione degli utili societari, che però non è in vista.
Un altro elemento da sottolineare, poi, è la view della casa americana sugli alternativi: vista l’aspettativa elevata di inflazione mostrata dai consumatori statunitensi, ha senso mantenere in portafoglio delle strategie alternative, soprattutto beni reali anche non quotati. Questo alla luce della natura di questi asset e del riscontro positivo che hanno avuto nel 2022, anno di elevata inflazione e di rendimenti negativi nella componente azionaria e obbligazionaria. Oltretutto, la maggiore democratizzazione di questi investimenti potrebbe consentire anche agli investitori privati di aggiungere una componente di mercati privati all’interno dei portafogli. Infine, per quanto riguarda il dollaro, Toschi ha affermato come l’aspettativa sia quella di un suo ulteriore indebolimento nel corso dei prossimi mesi, anche se asset denominati nella valuta statunitense non possono mancare in un’allocazione ben diversificata, perché il dominio degli Stati Uniti non è certo terminato.

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