Incertezza, megaforze e una preferenza per le azioni americane e i titoli obbligazionari europei. Sono questi alcuni dei punti principali affrontati dal “Mid Year Global Outlook 2025” del BlackRock Investment Institute, come ha spiegato Bruno Rovelli, Managing Director, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia.
“Dalla fine del 2024 abbiamo visto la politica macroeconomica trasformarsi in una possibile fonte di disruption, e riteniamo che ciò si sia effettivamente realizzato”, ha esordito Rovelli, secondo cui “l’incertezza rimane elevata, trainata dai bruschi cambiamenti della politica economica statunitense, ma è ben al di sotto dei massimi di aprile. Gli ancoraggi macro a lungo termine su cui i mercati hanno fatto affidamento per decenni, come la stabilità del debito, dell’inflazione e della crescita, sono diventati più volatili dal 2020”, ha proseguito il Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, evidenziando il fatto che anche i deficit di bilancio americani sono oggi meno influenzati dall’andamento del ciclo e mostrano un trend di costante aumento dagli anni Novanta ad oggi.
Riguardo alla questione dei dazi, secondo Rovelli è improbabile che si arriverà a soluzioni estreme, in quanto l’attuale livello (stimato al 30 giugno attorno al 15%, inferiore rispetto all’ipotetico 25% che si sarebbe raggiunto se fossero entrate pienamente in vigore le tariffe annunciate il 2 aprile) è già vicino a quello più alto raggiunto durante gli anni Trenta, a cui va aggiunto il fatto che un’escalation sarebbe oggi molto dannosa per le catene di approvvigionamento. Inoltre, l’outlook di BlackRock indica che l’economia non sta andando verso una recessione globale anche perché alcune economie, in particolar modo Cina e Germania, per effetto dei timori sui dazi hanno attuato delle politiche fiscali più espansive di quanto si potesse aspettare a inizio anno.
Un altro aspetto rilevante affrontato da Rovelli nella sua presentazione è quello dei trend strutturali che hanno il potere di stimolare nuove ondate di investimenti: “Le trasformazioni causate dalle megaforze potrebbero cambiare la futura composizione delle economie. I bruschi cambiamenti nei settori della difesa, dell’energia e le spese legate all’intelligenza artificiale (IA) dimostrano che oggi la storia è una guida ancora meno affidabile per stimare scenari futuri”.
Spostando l’attenzione sulle scelte di asset allocation, in ambito azionario Rovelli specifica che i solidi fondamentali societari e il tema dell’IA supportano la sovraperformance delle azioni statunitensi, mentre a livello settoriale sono interessanti quello delle utility, che sta registrando molte più menzioni dell’IA nelle earning calls rispetto alla media dell’S&P 500, e quello finanziario europeo, che tratta a sconto rispetto ai concorrenti americani nonostante la redditività sia sugli stessi livelli. Un altro spunto di rilievo sull’equity è dato dal mercato giapponese, che beneficerà di tre fattori: uscita del Paese dalla deflazione, miglioramento della governance e la possibile fine del sottoinvestimento delle famiglie sul segmento azionario.
Con riferimento all’obbligazionario, invece, la preferenza del Chief Investment Strategist di BlackRock Italia è per i bond europei, sia nel comparto governativo che societario, dovuta anche alla persistenza dell’inflazione negli Stati Uniti e a loro significativo deficit di bilancio.
In un contesto di incertezza sul dollaro Usa, secondo Rovelli ci sono altri strumenti come l’oro che possono continuare a offrire diversificazione, perché “il dollaro sembra sopravvalutato rispetto allo spread dei rendimenti dei Treasury confrontati con quelli di altre obbligazioni dei mercati sviluppati, per cui preferiamo l’oro come copertura di portafoglio dato che si è dimostrato particolarmente performante nelle situazioni di elevata volatilità”, ha osservato Rovelli, che ha poi concluso la sua analisi parlando delle opportunità sui private market: “Riteniamo che le infrastrutture offrano una serie diversificata di opportunità esposte a megaforze contrastanti. Per gli investitori che non dispongono della governance o della liquidità necessaria per investire nei mercati privati, anche le infrastrutture quotate possono rappresentare una buona opzione alternativa, in quanto anch’esse trattano a sconto rispetto alle azioni globali. Vediamo opportunità, infine, nel credito privato, considerato che le aziende tendono a effettuare la quotazione più tardi rispetto al passato (erano 8 anni dalla fondazione negli Stati Uniti nel 2004, diventati 14 anni nel 2024), affidandosi maggiormente ai finanziamenti privati piuttosto che alla raccolta di fondi sui mercati pubblici, per cui grazie anche alla riconfigurazione della finanza globale che ha determinato minori prestiti dal canale bancario, crediamo ci siano ottime opportunità nel comparto del private credit”, ha concluso Rovelli.