SETTORE ENERGETICO TRA IMPATTO SUL CLIMA E AI: OPPORTUNITÀ E SFIDE L’intervista a Luca Moro, Chief Investment Officer di SpesX di FIEE Sgr
17/11/2025 L'Esperto dice...

Il settore energetico è nel pieno di una profonda trasformazione, guidata da tre fattori: la decarbonizzazione, il rinnovato focus sulla sicurezza energetica e l'esplosione della domanda generata dall’Intelligenza Artificiale (AI). Quali opportunità si aprono in questo scenario complesso, che spinge gli investimenti oltre la sola generazione rinnovabile per concentrarsi su reti, stoccaggio e infrastrutture powering AI? E quali accelerazioni sono necessarie in Italia per affrontare i nuovi bisogni? MondoAlternative ne ha discusso Luca Moro, Chief Investment Officer di SpesX di FIEE Sgr


Dalla crisi climatica all’evoluzione dell’intelligenza artificiale, quali sono i trend che stanno impattando maggiormente sul settore energetico e quali opportunità stanno creando? 

Oggi vediamo tre grandi forze in azione. La decarbonizzazione, che spinge investimenti in rinnovabili, accumulo, reti e tecnologie per l’efficienza. La sicurezza energetica, tornata centrale dopo gli shock degli ultimi anni, che porta Governi e utility a ripensare mix di generazione, contratti di fornitura e infrastrutture critiche. E il boom dell’intelligenza artificiale, che sta creando un ciclo di domanda di energia e di capacità di rete legato ai data center, con requisiti di affidabilità e continuità di servizio molto più elevati rispetto al passato.

Il collo di bottiglia dell’intelligenza artificiale oggi è la disponibilità di sufficiente energia elettrica affidabile e a basse emissioni. Nel medio periodo questo permetterà a società ben posizionate nelle reti e nel powering AI di esprimere crescite di ricavi e backlog significative, sostenute da un pricing power robusto. Questi trend generano opportunità in più punti della catena del valore, sia nelle utility e negli operatori di rete che riescono a trasformarsi in piattaforme infrastrutturali regolamentate e remunerative, sia nei fornitori di tecnologie abilitanti, dai dispositivi di elettronica di potenza che rendono più efficiente e stabile il flusso di energia nelle reti e negli impianti, ai sistemi di raffreddamento per i data center, fino alle soluzioni software per la gestione intelligente dei carichi. E nel credito corporate, dove la necessità di finanziare grandi piani capex apre spazio a strutture di investimento interessanti, come per esempio l’emissione di convertibili.


In particolare, in Italia come sta cambiando o dovrebbe cambiare il settore energetico per far fronte ai nuovi bisogni?

L’Italia ha punti di forza rilevanti, in particolare una buona penetrazione delle rinnovabili, un tessuto industriale dinamico e player infrastrutturali di riferimento. Per affrontare i nuovi bisogni servono tre accelerazioni. La prima è sulle reti elettriche, che devono essere potenziate e digitalizzate per integrare più generazione rinnovabile, nuova domanda da data center e infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. La seconda è su permitting e tempi autorizzativi, spesso il vero collo di bottiglia per nuovi investimenti sia nella generazione sia nelle infrastrutture. La terza riguarda il coordinamento tra politiche industriali ed energetiche, per attrarre sul territorio filiere legate alla transizione e all’AI, invece di limitarsi a importare tecnologia e lasciare altrove la parte più ricca della catena del valore.

Per gli investitori questo significa guardare oltre il solo tema della generazione rinnovabile e considerare anche società impegnate in reti, flessibilità, servizi ancillari, stoccaggio e soluzioni di efficienza per imprese e famiglie. Vediamo l’Italia non solo come mercato domestico, ma come parte di un più ampio ecosistema europeo in cui il capitale privato può giocare un ruolo decisivo nel colmare il gap di investimenti, contribuendo a rendere il sistema energetico più sostenibile, resiliente e competitivo.


Qual è l’approccio e la strategia da voi adottata per investire nel settore energetico tramite il fondo SpesX? 

SpesX è una strategia long/short globale sulla transizione energetica e sulle infrastrutture dell’economia digitale, inclusi data center e catena dell’AI. Partiamo da una mappatura della filiera, dalle materie prime alle reti elettriche e alla generazione, fino ai segmenti più downstream. Su questa base costruiamo un portafoglio concentrato di idee ad alta convinzione, con orizzonte di medio periodo e costante attenzione alla protezione del capitale.

Il nostro approccio è disciplinato su tre dimensioni. Qualità industriale, cioè solidità degli asset, visibilità dei flussi di cassa, vantaggi competitivi e qualità del management. Valutazione, con attenzione al rapporto tra crescita, margini, ritorni sul capitale e multipli, evitando sia i “value trap” sia le storie troppo speculative. Gestione del rischio, tramite diversificazione per sottosettori, uso mirato di derivati, limiti chiari alla concentrazione delle singole posizioni e controllo della liquidità. Lavorando in modo integrato su equity e credito, offriamo agli investitori un’esposizione mirata ai trend strutturali del settore, con volatilità più contenuta rispetto a un’esposizione solo long e un profilo di drawdown più ordinato.


Tale prodotto sta registrando risultati brillanti quest’anno: quali sono stati i principali driver della performance e cosa vi aspettate per i prossimi mesi?

Nel 2025 la performance di SpesX è stata trainata da tre fattori chiave. Primo, un posizionamento selettivo sui campioni della transizione energetica e delle infrastrutture powering AI, combinando idee long di qualità con coperture e short su modelli di business più fragili o valutazioni eccessive. Secondo, una forte attenzione al profilo di rischio/rendimento, con uso disciplinato della leva e gestione attiva dell’esposizione netta che ci ha permesso di proteggere il capitale nei momenti di volatilità, grazie a un risk management rigoroso, in particolare sulle posizioni short. Terzo, la flessibilità del mandato, che ci consente di muoverci tra equity e credito e tra diverse aree geografiche. Questo approccio multi asset ci ha permesso di cogliere opportunità mantenendo un portafoglio coerente con i nostri temi di riferimento.

Nei prossimi mesi ci aspettiamo un contesto favorevole per chi sa essere selettivo. La combinazione di importanti bisogni di investimento in reti, generazione flessibile e data center, insieme a tassi in graduale discesa, crea un terreno fertile ma non privo di rischi macro e regolatori. I piani di investimento legati ad AI e powering AI stanno aumentando l’indebitamento di molte società del settore. Per un team come il nostro, con background nel debito stressed e distressed, questo è un contesto ideale per distinguere chi usa la leva in modo efficiente, partendo da un chiaro vantaggio competitivo, e chi invece rischia di entrare in un percorso di indebitamento insostenibile. Vediamo opportunità sia nel credito sia nell’azionario, dove la forte divergenza di valutazioni tra vincitori e ritardatari della transizione crea spazio per strategie long/short specializzate come la nostra.

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