Nella suggestiva location di Milano, Mabrouk Chetouane, Global Head of Market Strategy di Natixis IM Solutions, ha tratteggiato il proprio punto di vita sul quadro macroeconomico fino ad oggi. Dall’intervento di Chetouane emerge innanzitutto che negli Stati Uniti le tariffe al momento aggiungono rumore e volatilità ma non distorcono i fondamentali. Gli indicatori economici, inoltre, rimangono resilienti: Natixis IM stima una crescita al ribasso nel quarto trimestre del 2025, calo che proseguirà nel primo trimestre del 2026 per poi rispendersi nei periodi successivi.
Guardando all'inflazione, secondo il Global Head of Market Strategy di Natixis IM Solutions essa è ancora trainata dai servizi/alloggi, ma l'impatto dei beni e delle tariffe è minimo, mentre la fiducia dei consumatori è sostenuta grazie a mercati forti. L’intervento di Chetouane si è poi soffermato sulla politica della Fed, che sarà favorevole anche nel 2026: la politica fiscale rimarrà accomodante, visto che le preoccupazioni principali dell’Amministrazione statunitense includono le sfide legate alla legalità delle tariffe e la resilienza strategica della Cina.
Il Global Head of Market Strategy di Natixis IM Solutions ha poi spostato l’attenzione sull’asset allocation e sulla possibile situazione dei mercati l'anno prossimo, affermando che ci saranno probabilmente forti revisioni degli utili nel tech Usa, soprattutto per quanto riguarda l’AI; in Europa (ex UK) Natixis IM prospetta una crescita ancora debole: con i consumatori che nei prossimi 12 mesi prevedono di aumentare la propensione al risparmio e diminuire la spesa per i consumi, gli investimenti in capitale proprio saranno fondamentali per una crescita sostenuta.
Nella seconda parte della presentazione Alessandro Marolda, Director, Advisory di Natixis IM Solutions, ha inoltre presentato i risultati della survey Global Financial Institutions (GFI), da cui è emerso che all’inizio del 2024 il posizionamento dei portafogli era molto "offsides", caratterizzato da un sentimento di euforia in merito all'eccezionalismo statunitense e buone performance da parte degli Stati Uniti e del settore tecnologico, unito all'elezione di Trump. In realtà, l'S&P 500 ha registrato una performance inferiore rispetto ad altri mercati azionari, soprattutto a causa dell'indebolimento del dollaro Usa, con l'Europa e l'euro che si sono invece rivelati una sorpresa.
Scendendo nel dettaglio, Marolda ha spiegato che i flussi in Italia sono stati fiacchi, una situazione molto simile al 2024. Nonostante il trend rialzista che ha caratterizzato i mercati azionari, infatti, c'è stata poca propensione ad aggiungere azioni nei portafogli, a favore di prodotti globali e a reddito: la maggior parte dei flussi è andata verso Btp, obbligazioni a breve scadenza, obbligazioni hold to maturity e mercati monetari; i prodotti multi asset e le azioni hanno subito deflussi, nonostante gli afflussi avvenuti sul mercato europeo. Anche i prodotti tematici e ESG hanno sofferto, mentre hanno registrato ottime performance gli investimenti legati all'AI, alla sicurezza informatica e alla difesa.
Marolda ha poi sottolineato che al momento della stesura della survey il sentiment generale in vista del 2025 era focalizzato sulla protezione dall'inflazione e dalle crisi di mercato, e infatti non è stato una sorpresa vedere flussi continui diretti verso prodotti sicuri; ora invece la minaccia più grande sembra essere una bolla dell'AI. Secondo il Director, Advisory di Natixis IM Solutions l’attuale situazione del tema AI non è però una bolla, anche se ci saranno dei perdenti. Natixis IM rimarca infatti che il posizionamento dei gestori è diverso da quello degli investitori: sovrappesano i titoli azionari, ma sono preoccupati per le valutazioni.
La vera minaccia per i gestori patrimoniali e per il settore (che ha portato a una sottoperformance quest'anno) è piuttosto la concentrazione negli indici azionari, con pochi titoli/settori che hanno sovraperformato rispetto alla storia recente (quest'anno sembra aver toccato il minimo dal 2009). Marolda ha anche aggiunto che di aver ricevuto molte domande dagli investitori in merito agli investimenti alternativi nei portafogli, come criptovalute, oro e private asset sebbene nel mondo retail le allocazioni in questi segmenti siano molto basse. Nello specifico, il Director, Advisory di Natixis IM Solutions ha osservato che le criptovalute conferiscono un beneficio di diversificazione molto basso se confrontato con il Nasdaq a leva, mentre l’oro consente un elevato beneficio di diversificazione per gli investitori, ma in termini reali ha raggiunto un nuovo massimo storico, difficile da giustificare a questi prezzi. Infine, nei private asset c'è un tangibile beneficio nel diversificare sia dai portafogli obbligazionari che da quelli azionari.