UN ANNO DI TRANSIZIONE IN UN REGIME DI “DISORDINE CONTROLLATO” Secondo Amundi, la diversificazione sarà utile contro l’eccessiva concentrazione
05/12/2025 Redazione MondoAlternative

Il 2026 si profila come un anno di transizione per l’economia globale, impegnata ad adattarsi a un nuovo regime di “disordine controllato”. Secondo Amundi, che ha presentato il proprio outlook per il 2026, la rivoluzione tecnologica, insieme a un contesto geopolitico teso e a crescenti criticità fiscali, sono elementi che stanno rimodellando un quadro economico già multipolare.
In questo scenario, geopolitica, policy mix e inflazione strutturalmente più elevata stanno modificando il funzionamento dei cicli economici e finanziari. Amundi rileva che il ciclo attuale continua ad allungarsi, sostenuto dalla percezione di un’elevata liquidità e da politiche monetarie più accomodanti, oltre che dagli investimenti in tecnologia e dall’impatto finora limitato dei dazi. Tuttavia, molteplici fattori potrebbero invertire questa dinamica, tra cui l’elevato debito pubblico, le valutazioni tirate, la credibilità delle Banche Centrali e l’andamento dei tassi reali.
Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, sottolinea che l’economia globale si sta adattando a un nuovo regime caratterizzato da trasformazione tecnologica, stimoli fiscali e politiche industriali. Secondo Defend, l’inflazione diventa un elemento strutturale che gli investitori dovranno incorporare nelle scelte di allocazione. Francesco Sandrini, CIO di Amundi Sgr, evidenzia invece l’importanza della diversificazione come principale linea di difesa in un contesto di mercati azionari concentrati e valutazioni elevate, suggerendo un ribilanciamento tra stili, settori, capitalizzazioni e aree geografiche.
Nel suo scenario centrale, Amundi esclude una recessione nel 2026 e prevede che politiche monetarie più morbide e investimenti globali in tecnologia, difesa e infrastrutture contribuiranno a sostenere il ciclo. La crescita globale è attesa al 3,0% nel 2026 e al 3,1% nel 2027, con economie avanzate all’1,4% e mercati emergenti al 4,0% nel 2026. Negli Stati Uniti, la crescita dovrebbe rallentare nel breve per poi stabilizzarsi all’1,9% nel 2026, con consumi ancora resilienti ma frenati da redditi sotto pressione e un mercato del lavoro più debole. Amundi prevede due tagli Fed nella prima metà del 2026, fino al 3,25%, e un dollaro più debole.
In Europa, la crescita dovrebbe rimanere sotto il potenziale, allo 0,9% nel 2026, per poi risalire all’1,3% nel 2027. Il sentiero dipenderà dalla domanda interna, dall’efficacia delle riforme e dalla politica monetaria, con la Bce che secondo Amundi potrebbe spingersi fino all’1,5% entro metà 2026. I mercati emergenti, sostenuti da politiche domestiche più equilibrate e condizioni finanziarie globali più favorevoli, continueranno a offrire opportunità, con l’Asia che resterà il principale motore di crescita. Assumendo un contesto privo di recessione, Amundi mantiene una posizione moderatamente pro risk. Nel reddito fisso, la società segnala l’importanza della diversificazione, con una preferenza per il credito investment grade, e un atteggiamento prudente verso high yield statunitense e titoli di Stato giapponesi.
L’asset manager resta poi positivo sui bond periferici europei, sui Gilt e sulle scadenze brevi, valutando anche le opportunità offerte dagli strumenti legati all’inflazione. Sul fronte azionario, l’asset allocation settoriale e di stile sarà determinante nel 2026. Amundi privilegia il tema tecnologico in senso ampio, includendo energia, computing e materie prime critiche, e una combinazione di comparti difensivi e ciclici. Gli Stati Uniti rimangono in posizione neutrale, mentre l’Europa potrebbe beneficiare della debolezza del dollaro, dell’aumento della spesa per la difesa e del potenziale avvio del piano tedesco. Positive anche le prospettive per le small e mid cap europee e per alcuni segmenti del marcato giapponese. Sugli asset dei mercati emergenti, Amundi mantiene una view costruttiva: rendimenti interessanti sul debito in valuta forte, opportunità selettive nel debito in valuta locale e potenzialità azionarie nei comparti value e momentum in America Latina ed Europa orientale. Per la Cina, la società prevede un graduale ritorno a posizionamenti selettivi nel tech e nei settori con vantaggi competitivi, mentre l’India resta tra i mercati più promettenti nel medio periodo.
Infine, Amundi raccomanda una maggiore allocazione ai real asset e alle strategie di copertura dall’inflazione. Il credito privato e le infrastrutture risultano ben posizionati per beneficiare dei trend strutturali legati a IA, elettrificazione e reshoring. La diversificazione dovrebbe includere anche materie prime, in particolare l’oro, e valute selezionate, tra cui yen, euro e alcune divise emergenti con carry elevato.


L'Investment Outlook 2026 di Amundi è disponibile cliccando qui.

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