ATTENZIONE A MERCATI COSTOSI, BOLLA IA E DEFICIT PUBBLICI L’outlook per il 2026 di Edmond de Rothschild Asset Management
15/12/2025 Redazione MondoAlternative

Gli Stati Uniti avranno minore visibilità nel 2026, ma non c’è alcuna recessione in vista per loro. A evidenziarlo sono le previsioni per il nuovo anno di Edmond de Rothschild Asset Management, secondo la quale, inoltre, mercati costosi, bolla dell'Intelligenza Artificiale (IA) e deficit pubblici sono i tre rischi da monitorare. Nel complesso, la società invita ad attuare una strategia d'investimento cauta ma aggressiva, focalizzata su diversificazione, resilienza e sovranità.


Oltre l'IA: prepararsi per l'era post bolla

Secondo Edmond de Rothschild AM, esistono numerose somiglianze tra l'attuale impennata dei titoli legati all'IA e la bolla delle dot-com: il ruolo centrale del momentum, le valutazioni estreme, la forte partecipazione degli investitori retail e i mega accordi circolari tra OpenAI, Nvidia e Oracle. “La domanda cruciale è se gli operatori statunitensi saranno in grado di monetizzare questi investimenti, data la concorrenza sempre più intensa tra gli hyperscaler statunitensi e cinesi e il fatto che i rendimenti sugli investimenti faticano ancora a materializzarsi”, evidenzia l’asset manager, che poi aggiunge come negli Stati Uniti stiano emergendo altri due ostacoli: “L'insufficiente fornitura di energia a fronte di una domanda in rapido aumento, che porta a un'impennata dei prezzi dell'elettricità, e i primi incidenti nel mercato del credito privato (private credit). Secondo alcune proiezioni, la rapida crescita di quest'ultimo lo rende una delle principali potenziali fonti di finanziamento per i data center entro il 2030”.

Il segmento di mercato dell'IA rimane, per la casa di gestione, altamente speculativo dal punto di vista di un investitore a lungo termine. I risultati del terzo trimestre confermano un rallentamento: la crescita degli utili statunitensi non è più trainata principalmente dalle MAG7, il che suggerisce la necessità di una diversificazione oltre il solo tema dell'IA.


E se la vera sorpresa del 2026 venisse dall'Europa?

La Francia rimane fragile in termini di bilancio e politica, ma il rischio di crisi è contenuto. Per Edmond de Rothschild AM, l'Europa meridionale continua a godere di uno slancio positivo, trainata dal piano NextGen EU e dalla rinnovata competitività di questi Paesi. “Tuttavia, è la Germania a compiere il cambiamento dottrinale più significativo, che probabilmente influenzerà l'intero continente: un piano di ripresa i cui effetti si faranno sentire nel 2026, la volontà di Merz di lanciare l'Unione dei Mercati dei Capitali (finora bloccata da Berlino) e il sostegno alle misure protezionistiche europee contro il dumping cinese dell'acciaio. Si tratta di una vera rottura con il passato, volta a rilanciare sia l'offerta che la domanda in Europa”, si legge nell’outlook della società.


Fed, deficit e politica: un nuovo regime monetario all'orizzonte

A maggio 2026, il mandato di Jerome Powell giungerà al termine. “Nessuno sa fino a che punto l'indipendenza della Fed verrà preservata, ma ci aspettiamo una Banca Centrale più accomodante, anche solo a causa delle rotazioni già pianificate all'interno del Board dopo la partenza di Powell”, scrive Edmond de Rothschild AM. 

Con politiche fiscali che l'anno prossimo saranno espansive nei tre Paesi del G7 più grandi (Stati Uniti, Giappone e Germania) e i deficit pubblici destinati ad aumentare, i team di Edmond de Rothschild AM non privilegiano i titoli di Stato a lungo termine: “La ricostruzione del term premium appare incompleta rispetto ai livelli storici, soprattutto se la Fed dovesse diventare troppo permissiva sotto pressione politica”.


Strategia d'investimento per il 2026

Nel complesso, secondo l’asset manager, i mercati rimangono costosi, mentre la probabilità che scoppi una bolla dell'IA sta aumentando: più gli investimenti crescono, più si intensificano i dubbi sulla loro monetizzazione. Tuttavia, i fattori macroeconomici non suggeriscono una flessione sostenuta del mercato in questa fase.

I team d'investimento di Edmond de Rothschild AM affrontano quindi il 2026 con un'allocazione relativamente bilanciata tra azioni e obbligazioni. All'inizio del periodo è consigliata cautela, in attesa di maggiore visibilità sull'orientamento della politica della Fed, senza una netta preferenza geografica per l'azionario.

“Siamo cauti anche sui titoli dell'IA a grande capitalizzazione (in particolare le MAG7), privilegiando il tema dei Big Data, specialmente le user companies, che sono nella posizione migliore per beneficiare dell'IA. Ci concentriamo anche sulle aziende che beneficiano delle rinnovate preoccupazioni per la resilienza e la sovranità, sia a livello globale che in Europa, con l'attuazione del rapporto Draghi che è una delle priorità della Commissione Europea”, afferma l’outlook della società, che continua: “Negli ultimi due anni, il momentum è stato un fattore molto potente. Per prepararci a un cambiamento di regime pur rimanendo investiti a lungo termine, riteniamo sia preferibile aumentare la percentuale di asset sottopesati e sottovalutati che mostrano già segnali di ripresa. Ciò è particolarmente vero per le small cap europee, che beneficeranno di una crescita più domestica, dell'Unione dei Mercati dei Capitali e di possibili tagli dei tassi della BCE. Negli Stati Uniti, la politica economica espansiva rimane una possibilità, il che conferisce anche ai titoli value statunitensi un ruolo da svolgere in una strategia di diversificazione. Infine, i titoli auriferi, che sono già in forte crescita, potrebbero salire ulteriormente se il reshuffle della Fed portasse a una posizione più politicizzata. Nell'universo obbligazionario, gli spread sono già storicamente bassi, ma è possibile un ulteriore tightening man mano che i rating del credito sovrano si deteriorano. I team d'investimento privilegiano quindi il debito ibrido finanziario e societario, emesso principalmente da emittenti con rating investment grade, nonché il debito dei mercati emergenti, che dovrebbe beneficiare dell'allentamento monetario della Fed, e infine le strategie carry”.

Benjamin Melman, Chief Investment Officer di Edmond de Rothschild AM, conclude: "Iniziamo il 2026 con un cauto ottimismo: respingiamo la comodità del consenso e delle bolle. I mercati rimangono costosi, con l'IA che concentra gli eccessi, ma le condizioni macroeconomiche non giustificano un massiccio ritiro dal rischio. Privilegiamo un'allocazione veramente diversificata tra azioni e obbligazioni, con una forte propensione verso gli asset sottopesati e sottovalutati. Lungi dal seguire la corrente, la nostra preoccupazione è prepararci al prossimo regime di mercato".

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