"CAUTO OTTIMISMO" SUI MERCATI FINANZIARI IN VISTA DEL 2026 Il quadro tracciato dal Global Market Outlook di State Street IM
23/12/2025 Redazione MondoAlternative
State Street Investment Management, il quarto asset manager al mondo, invita ad un “cauto ottimismo” per il 2026, considerando che l’incertezza legata ai dazi presenta più potenziale positivo che negativo e che i mercati sono sostenuti anche dall’ascesa dell’intelligenza artificiale e da politiche fiscali sempre più favorevoli in molti mercati.
Nel complesso, la società rimane ottimista sui mercati azionari e mantiene una leggera preferenza per i titoli statunitensi, pur riconoscendo che le valutazioni sono elevate e che la concentrazione del mercato rimane una preoccupazione. Per gli investitori non statunitensi, la debolezza del dollaro potrebbe annullare i guadagni, rendendo opportuna un’eventuale copertura.
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, State Street Investment Management mostra una preferenza per i titoli di Stato rispetto al credito nella maggior parte delle economie avanzate, alla luce degli spread ridotti, del contesto politico e delle persistenti preoccupazioni per possibili ulteriori shock che si potrebbero materializzare. "Al di là delle principali asset class, una gamma d’investimenti alternativi può contribuire a diversificare i portafogli e a offrire ulteriori fonti di rendimento. L'oro e altre materie prime, gli asset reali e i mercati privati hanno tutti beneficiato dell'adozione di un approccio più ampio da parte degli investitori", scrive State Street Investment Management in una nota.
Lori Heinel, Global Chief Investment Officer di State Street Investment Management, ha commentato: “Pur mantenendo un ottimismo accompagnato da prudenza, riteniamo che i mercati siano generalmente ben posizionati per una crescita solida il prossimo anno. Ci aspettiamo misure di politica economica sempre più espansive nei mercati sviluppati e una normalizzazione della politica monetaria, che genereranno condizioni favorevoli per i mercati azionari. Inoltre, gli investimenti legati all’intelligenza artificiale e i benefici strutturali più ampi che questo tema rappresenta forniscono ulteriori spinte positive. Affrontare i mercati obbligazionari richiederà abilità e manteniamo una preferenza per il debito sovrano, pur restando opportunistici se dovessero emergere opportunità nel credito. Riteniamo che le asset class alternative continuino a rappresentare opportunità interessanti, offrendo fonti di rendimento non correlato e una diversificazione essenziale in un contesto caratterizzato da rischi estremi persistenti".

Outlook macroeconomico
Per State Street IM, l'economia statunitense e quella globale sono destinate a beneficiare di una crescita continua nel prossimo anno, anche se accompagnata da un persistente senso di incertezza: "La Federal Reserve (Fed) dovrebbe avere margine per attuare fino a tre tagli dei tassi d’interesse nel 2026. La Banca d'Inghilterra (BoE) è rimasta indietro nel percorso di allentamento, quindi si prevede un recupero nei prossimi trimestri, mentre ci si aspetta che la BCE farà una pausa nel breve termine. Nel frattempo, la Banca del Giappone (BoJ) potrebbe prolungare il suo approccio di aumento cautelativo dei tassi. Negli Stati Uniti, il percorso di allentamento della politica monetaria proseguirà, affiancata da stimoli fiscali derivanti dall’One Big Beautiful Bill Act (OBBBA) e dai numerosi incentivi fiscali e rimborsi attivati a gennaio 2026. Inoltre, l'agenda di deregolamentazione è ora considerata prioritaria, con particolare attenzione ai settori finanziario ed energetico; ciò dovrebbe contribuire a stimolare la generazione di credito e mantenere bassi i prezzi dell’energia".
Al di fuori degli Stati Uniti, si prevedono misure moderatamente espansive che potrebbero contrastare l’effetto frenante dell’incertezza commerciale persistente. Ad esempio, il programma combinato di difesa e infrastrutture della Germania, sostenuto da un pacchetto fiscale da 500 miliardi di euro, dovrebbe portare ad un miglioramento degli indicatori macroeconomici all'inizio del 2026. Tuttavia, la portata degli investimenti nell'intelligenza artificiale in Europa è ancora inferiore a quella degli Stati Uniti.
In Asia, State Street IM osserva poi che sia la Cina che il Giappone sono pronti ad aumentare gli stimoli fiscali netti nel corso dell'anno: "La Cina si sta orientando verso politiche che stimolano i consumi interni e gli investimenti nelle infrastrutture, con una forte enfasi sulla leadership e l'innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale. In Giappone, il nuovo primo ministro Takaichi sta perseguendo l'espansione fiscale e la modernizzazione della difesa, insieme a investimenti strategici nell'intelligenza artificiale multilingue e nello sviluppo integrato di hardware e software, misure che potrebbero favorire la crescita degli utili. L'impatto delle misure di politica economica già annunciate si farà sentire in modo più significativo nel 2026, con effetti positivi come l’OBBBA e l’allentamento del vincolo sul debito tedesco che inizieranno a riflettersi nei dati nel corso del prossimo anno e oltre".

Mercati azionari
State Street Investment Management mantiene una visione costruttiva verso il mercato azionario, pur riconoscendo che le valutazioni di mercato sono elevate, e non solo negli Stati Uniti.
"L'intelligenza artificiale continuerà a essere un tema centrale nel 2026. Sebbene le Magnificent 7 abbiano dominato i titoli dei giornali, il ruolo dell'intelligenza artificiale come motore di allocazione del capitale, leadership settoriale e il trend macroeconomico sarà il punto chiave per il prossimo anno. Si prevede che gli investimenti in conto capitale delle Magnificent 7 crescerà fino a circa 520 miliardi di dollari nel 2026, con un aumento superiore al 30% su base annua. Gli investimenti in capitale guidati dall’AI stanno sostenendo la crescita del PIL e degli utili, non solo nel settore tecnologico, con il potenziale di sbloccare ampi incrementi di produttività", si legge ancora nel comunicato, che poi prosegue: "Tuttavia, la spesa per l'intelligenza artificiale comporta dei rischi. Un rallentamento inaspettato, soprattutto tra gli hyperscaler, potrebbe interrompere la ripresa del mercato che ha trovato le sue radici nella crescita degli utili. Ma il focus non è solo sui titoli tecnologici a grande capitalizzazione statunitensi: emergono segnali di ripresa per le small cap, che storicamente hanno sovraperformato quando l’economia migliora e la politica monetaria si allenta. Le azioni europee hanno ridotto il divario di performance con gli Stati Uniti, sostenute da nuovi stimoli fiscali incentrati sulla spesa per la difesa, sia militare che per la sicurezza informatica. Tuttavia, la portata degli investimenti nell'intelligenza artificiale negli Stati Uniti supera di gran lunga gli sforzi europei e per essere competitivi è essenziale superare gli ostacoli normativi e promuovere gli ecosistemi tecnologici. I settori Tech, Utilities e Industrials dovrebbero rimanere al centro dell'attenzione nel prossimo anno".
Per State Street IM, inoltre, il mercato azionario giapponese ha raggiunto nuovi massimi grazie alla dinamica reflazionistica, alle riforme di governance e all'ottimismo suscitato dal programma politico del nuovo primo ministro Takaichi. Le politiche di Takaichi si basano sull’AI Promotion Act per fare del Giappone il “Paese più AI-friendly”, mentre l'accordo con gli Stati Uniti elimina l'incertezza commerciale, sebbene con un prezzo da pagare sotto forma di dazi al 15%, e consente ai policymaker, alle aziende e agli investitori di concentrarsi nuovamente sulle opportunità.
Per i mercati emergenti (EM), State Street Investment Management mantiene una prospettiva costruttiva per il 2026, grazie alla crescita globale trainata dall'intelligenza artificiale, all’abbondante liquidità e alla debolezza del dollaro statunitense che fungono da fattori favorevoli. La crescita della produttività guidata dall'intelligenza artificiale è positiva per i paesi emergenti come India, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, dove i governi ne stanno promuovendo lo sviluppo e le infrastrutture. Le azioni cinesi offrono vantaggi di diversificazione grazie alla loro correlazione relativamente bassa con altri mercati importanti.

Mercati obbligazionari
Proseguendo, all'approssimarsi del 2026, la società di gestione continua a mantenere una visione costruttiva su gran parte del mercato obbligazionario, con una preferenza generale per il debito sovrano rispetto alle obbligazioni societarie: "La Fed è chiaramente orientata verso ulteriori tagli dei tassi, la BCE mantiene una posizione neutrale e la Banca del Giappone prosegue con la politica di aumento dei tassi. Il debito sovrano rimane interessante, ma gli investitori dovrebbero essere selettivi in termini di duration e consapevoli dei rischi di inflazione. Sebbene la Fed abbia rivisto leggermente al rialzo la sua previsione mediana di inflazione per il 2026 nelle sue proiezioni economiche di settembre, l'inflazione media dovrebbe scendere al 2,1% entro la fine del 2027. Alla luce di questi e altri fattori, si privilegia la parte della curva compresa tra 5 e 10 anni negli Stati Uniti. I titoli di Stato dell'Eurozona si trovano in una situazione simile, anche se leggermente più limitata, date le ridotte prospettive di tagli dei tassi e le persistenti preoccupazioni fiscali. Tuttavia, lo studio vede un potenziale valore nei titoli di stato in UK".
In Asia, i titoli di Stato giapponesi potrebbero rappresentare un'opportunità interessante nel 2026. La fine evidente del ciclo di aumento dei tassi, combinata con il potenziale impiego delle consistenti disponibilità liquide delle banche giapponesi, potrebbe essere un catalizzatore di performance per i titoli di Stato giapponesi, in particolare per la parte centrale della curva.  Sebbene i fondamentali delle obbligazioni societarie siano ancora solidi, è difficile intravedere un significativo potenziale di rialzo da questo livello.  State Street Investment Management mantiene una prospettiva positiva sul debito dei mercati emergenti, con una leggera preferenza per le obbligazioni in valuta locale.

Strumenti alternativi
State Street Investment Management, infine, ritiene che nell'attuale contesto macroeconomico più eterogeneo, la necessità di strumenti alternativi sia più ampia: i portafogli devono essere costruiti in modo da resistere non solo alla volatilità, ma anche ai cambi di regime.
"Il private equity e il private credit, l'oro e alcune strategie di hedge fund sono le più indicate per offrire una diversificazione strutturale a un portafoglio 60/40 nel prossimo anno. Il private credit è cresciuto fino a raggiungere i 2.800 miliardi di dollari, colmando il vuoto lasciato dalle banche con soluzioni di finanziamento flessibili per le aziende di fascia media e operazioni di M&A", scrive State Street IM, che inoltre indica che gli investimenti alternativi si distinguono come una fonte solida di reddito: "La selezione di gestori con rigorosi processi di valutazione e comprovata esperienza è fondamentale per affrontare i cicli del credito e mitigare i rischi idiosincratici. Gli alternativi non riguardano solo il cashflow e gestione del rischio, ma sono fondamentali per cogliere la crescita in un mondo in cui i driver tradizionali sono sotto pressione o appaiono come trade affollati".

Il Global Market Outlook 2026 di State Street Investment Management è disponibile cliccando qui.
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